A Badalucco l'assemblea sulla diga spacca l'opinione pubblica. Gli appelli alla fiducia ed all'unione del sindaco Matteo Orengo e l'annuncio di una prossima battaglia legale hanno dovuto fare i conti con le aspre critiche del Comitato cittadino.
No alla diga di Glori! Non basta
Al gruppo non è bastato il "No alla diga di Glori" ribadito dal primo cittadino nel corso della serata e avvallato anche dalla delibera votata all'unanimità dal consiglio comunale. I cittadini vorrebbero che Badalucco, in primis e a seguire anche gli altri comuni si impegnassero in una lotta contro ogni forma di diga in valle Argentina. Scongiurando non solo l'opera di Glori ma anche uno o più invasi minori, in altri punti del torrente. Ipotesi inconciliabile con la realtà perché comporterebbe una ingerenza del consiglio comunale badalucchese verso l'azione amministrativa delle altre municipalità coinvolte.
Il Comune di Badalucco si affida ad uno studio legale
Che cosa fare quindi? Intanto il Comune di Badalucco ha fatto un primo passo dando incarico allo studio legale Vallerga di Genova per trovare una falla che faccia saltare il finanziamento nazionale. Obiettivo? Bloccare lo studio di fattibilità da 800mila euro (600mila euro tramite fondi MIT e 200mila euro da Riviercaqua) per valutare la possibilità di costruire una diga con un muro alto almeno 50 metri, a Glori (Molini di Triora), sfruttando le infrastrutture abbandonate dal 1963 quando l'opera venne interrotta tra le proteste.
"Se ci sono divisioni o sfiducia, rischiamo che chi vuole fare quest'opera possa inserirsi nel mezzo e portarla avanti - ha detto Matteo Orengo, assicurando di essere pronto a mettersi contro Claudio Scajola (attuale commissario ATO Idrico) o chiunque altro, per il bene di Badalucco - Quando ci sono certi interessi non c'è da distinguere tra destra o sinistra. Tutti i sindaci hanno già detto no a una diga di grandi dimensioni. È vero ci sono diverse sensibilità ma non è importante sottolineare questo ma i punti di unione: siamo tutti d'accordo a non fare quella diga".
Sulla battaglia legale aggiunge: "Non sarà facile ma qualche pasticcio c'è stato. La nostra è una responsabilità enorme perché non si tratterebbe solo degli 800mila euro per la diga di Glori ma dei circa 50milioni complessivi. Quell'opera è solo uno spreco di denaro pubblico e Badalucco non deve essere vittima sacrificale per dare l'acqua agli altri. Indagheremo anche sul cofinanziamento di Rivieracqua, visto che ha un debito nei nostri confronti di 170mila euro e chiuderà bilancio 2023 con un passivo di 7milioni di euro circa".
Un comitato intercomunale contro la diga di Glori
"Stiamo cercando una soluzione immediata e tranciante per non arrivare neanche allo studio di fattibilità. - conclude Orengo - In via informale, ho sentito anche il rettore dell'università di Ingegneria di Trento per vedere se si possa fare una analisi sull'efficacia di costruire una diga. Valutiamo tutte le opzioni per trovare la soluzione che ci tolga la diga da sopra la testa. Con i comuni della valle Argentina si è deciso di fare un Comitato aperto a tutti con l'obiettivo di informarsi, animare e manifestare".
Alcuni sindaci assenti, politica presente
Sindaci però assenti alla serata, ad eccezione di Mariano Bianchi, primo cittadino di Montalto Carpasio. Aspetto che è stato criticato dal comitato cittadino contro ogni diga. Inoltre, i cittadini hanno lanciato una raccolta firme per sostenere il loro punto di vista.
Invece, tra i presenti all'assemblea numerosi rappresentanti del mondo ambientalista e della politica di centro sinistra (che proprio oggi si sono espressi sull'argomento - LINK). Non è passata inosservata la presenza dei consiglieri comunali di Taggia, Davide Caldani (PD) e Jacopo Siffredi (Progetto Comune), così come del segretario del PD di Taggia, Lorenzo Oggero.
"Siamo rammaricati dal non vedere i sindaci presenti. - ha detto Franco Bianchi per il Comitato - Il decreto di dicembre 2022, specifica una diga su Glori, mentre il decreto di aprile 2023, non specifica più il sito. Si vuole costruire almeno una diga sul torrente Argentina. Appurata la non fattibilità sul sito di Glori, bocciato dalla geologica e dalla storia, si lascia la porta aperta ad altre ipotesi, andando a individuare altri siti nella valle, per costruire non una ma diverse dighe. Noi diciamo 'No ad ogni forma di diga sul torrente Argentina. È una posizione unitaria e non divisiva. Bisogna coinvolgere tutti i comuni ed evitare così sotterfugi".
Il Comitato vuole un consiglio monotematico in tutti i comuni per dire no ad ogni forma di diga sul torrente Argentina.
"Serve una via civile di tutela dei diritti dei cittadini della valle. - aggiunge Antonio Panizzi per il Comitato - bisogna fare luce sui rapporti tra autorità di bacino settentrionale (beneficiaria dei fondi statali per lo studio di fattibilità) e Rivieracqua (soggetto attuatore). Bisogna valutare eventuali anomalie nel procedimento amministrativo tali da poter portare a un ricorso al TAR, oppure attraverso una perizia idrogeologica si provi quanto già si può osservare a occhio nudo: l'instabilità e la franosità dei versanti di tutta la valle Argentina. Chiediamo infine un consiglio comunale monotematico urgente, da parte dei cinque comuni e approvi atto di indirizzo contro ogni forma di diga sul torrente Argentina. Toglierebbe ogni dubbio e darebbe forza alla lotta".
"Serve respirare fiducia. Se chi amministra percepisce che non c'è fiducia diventa più difficile combattere"
A chiosa dell'assemblea il sindaco ha detto che non ci sarà alcun consiglio comunale che dica 'No a ogni forma di diga su tutta la valle Argentina'. "I sindaci non sono presenti perché non li ho convocati perchè volevo raccontare ai cittadini cosa ha fatto il Comune di Badalucco. Ci aspettiamo che Taggia, adotti la delibera come ha detto di essere intenzionato a fare, però questa delibera, unitaria e che manifesta la contrarietà all'oggetto del progetto. Se Taggia con 14mila abitanti porta un no alla diga di Glori, per noi è un rafforzativo fortissimo. - ha ricordato Orengo - Un conto è l'ideologica e la passione, un conto è la responsabilità delle scelte. Siamo stati votati per guidare e non seguire, sapendo che le nostre scelte comportano delle responsabilità. Siamo trasparenti, coerenti e siamo gravati da una scelta che c'è caduta dall'alto e sentiamo la responsabilità di combattere. Questa estate pensavamo di combattere la siccità e non il progetto di una diga. C'è la paura di sbagliare qualcosa perché ogni sbaglio pesa su tutta la comunità. Serve respirare fiducia. Se chi amministra percepisce che non c'è fiducia diventa più difficile combattere".
La serata si è chiusa con l'invito del sindaco Matteo Orengo ad una battaglia unitaria contro una diga sopra la testa di Badalucco. Una lotta che secondo il primo cittadino dovrebbe uscire dai confini badalucchesi per andare a creare una massa critica di vallata capace di farsi sentire anche negli altri comuni.
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