Il Nazionale

Cronaca | 16 giugno 2023, 20:22

Domani toccherà ai bricherasiesi accompagnare Giulio Godino nel suo ultimo viaggio

Titolare delle onoranze funebri e della falegnameria del paese è ricordato per la sua capacità di 'Cuntela a tuti'

Domani toccherà ai bricherasiesi accompagnare Giulio Godino nel suo ultimo viaggio

“Per oltre settant'anni ha accompagnato le persone nel loro ultimo viaggio trovando per i parenti le parole ironiche, il ricordo simpatico, che spesso confortano di più delle classiche 'condoglianze'” afferma il nipote, Alberto Godino.

Ora toccherà a lui accompagnare il nonno per il suo ultimo viaggio e per l'ultimo saluto da parte della comunità in cui è nato e cresciuto: il funerale del bricherasiese Giulio Godino si svolgerà domani, venerdì 17 giugno, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. Il rosario questa sera alle 20,30.

Giulio Godino è mancato ieri sera all'età di 83 anni, era il fondatore delle onoranze funebri Godino e della falegnameria. “Mio nonno era del 1939 e fin da piccolino amava giocare con il legno - ricorda il nipote -. Nel 1950 cominciò a lavorare come apprendista da Verano Falco che era il falegname e le onoranze funebri del paese. Allora era tipico nei piccoli paesi: chi sapeva lavorare il legno si occupava anche di organizzare l'ultimo saluto ai deceduti”.

Nel 1960, imparato il mestiere, Giulio Godino si mise in proprio e diventò presto una figura di riferimento per questo tipo di servizio. Trasmise poi le competenze ai figli, Andrea ed Edoardo, e al nipote, Alberto, che nel 2018 è entrato ufficialmente in azienda. “Tutto ciò che sapeva me l'ha trasmesso e fino all'ultimo non ha mai lasciato l'attività. A marzo aveva ancora partecipato a un funerale - racconta il nipote -. Non portava più la bara, ma continuava ad occuparsi delle questioni burocratiche che spesso lo tenevano occupato tutte le mattinate”.

Godino non era solo un punto di riferimento per la sua azienda: “Giulio ha seguito i funerali di mio padre e di mia madre e per me è stato come un papà quando sono arrivato a Bricherasio” rivela il parroco don Ferdinando Lanfranchini. Quando gli fu affidato il paese, nel 2004, trovò Godino pronto ad aiutarlo: “È stato per me un sostegno: con estrema sincerità mi spiegava le cose come stavano a Bricherasio e poi, quando mi infervoravo per alcune questioni, lui era sempre lì pronto a calmarmi. Si è fatto in quattro per me, così come per i miei predecessori, anche loro lo ringrazierebbero”.

Ma anche Giulio Godino si arrabbiava, lo ricorda con affetto Mario Grosso uno dei bricherasiesi con cui giocava a carte tutti i giorni da quando era in pensione nell'area attrezzata sotto gli alberi che si affacciano su stradale Torre Pellice: “Ci incontravamo tutti i giorni d'estate, compreso il sabato e domenica, alle 14 per giocare a scopa. Era un tipo allegro e scherzoso ma come tutti, quando le carte in mano erano brutte, si arrabbiava”.

I due si conoscevano da una vita e il rapporto si era rinsaldato durante le partite a scala 40 al bar e nelle attività del centro anziani. “Oggi al centro anziani si parlava solo di lui: è una di quelle persone la cui mancanza si sente profondamente” racconta Grosso commosso. E Godino di persone commosse ne ha viste tante, ma per tutte aveva parole di conforto: “Aveva questa capacità di 'Cuntela a tuti”.

A volte cose che si potevano dire in un minuto con lui diventavano chiacchierate da quindici” rivela il nipote. Alberto ha avuto occasione di lavorare spalla a spalla col nonno per molto tempo: “Non c'era giorno in cui non passasse in falegnameria. Lo scorso agosto ci era arrivato un macchinario computerizzato e lui ha voluto a tutti i costi imparare ad usarlo - racconta -. Ciò che l'ha guidato fino a ieri è stato proprio la voglia di progresso la capacità di adattarsi al mondo che cambia”.

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