Sulla vicenda che vede protagonista la multiservizi albese Egea, la Procura della Repubblica di Asti ha comunicato oggi che ci sono stati notificati quattro avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti soggetti, indagati per reati di false comunicazioni sociali.
"La documentazione contabile e societaria acquisita all'esito dell'attività, anche su supporti informatici, è al momento al vaglio degli inquirenti" scrive la Procura in una nota ufficiale
La notizia arriva dopo l'attività ispettiva che nella giornata di ieri, mercoledì 14 giugno, ha portato nella sede albese di Egea gli uomini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Torino, impegnati nell’acquisizione di documenti societari su mandato della Procura della Repubblica di Asti.
Dal canto suo l’azienda spiega di aver "collaborato e pienamente soddisfatto tale richiesta nella massima trasparenza, mettendosi serenamente a disposizione per qualsivoglia ulteriore richiesta di informazioni", rassicurando insomma sulla natura di una verifica in qualche modo fisiologica nel novero delle attività di un gruppo con dimensioni e interessi sovraregionali.
Una realtà, quella della multiservizi guidata dall’ingegner PierPaolo Carini, peraltro reduce da sofferenze finanziarie figlie delle fibrillazioni sorte sui mercati internazionali dell’energia e divenute come noto il motivo fondante della trattativa aperta da mesi per la ricerca di un socio di maggioranza.
In campo, come noto, ci sono A2A e Iren, attesi proprio nella giornata di oggi, giovedì 15 giugno, dalla scadenza del termine fissato per la presentazione di offerte finalizzate ad acquisire il 50,1% dell’azienda, atto finale di un percorso iniziato col via alla "due diligence" per la valutazione degli asset aziendali avviata nel marzo scorso col coinvolgimento del solo colosso lombardo e quindi aperto al gruppo torinese e, secondo indiscrezioni, anche a un importante fondo di investimento nazionale.
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