"Ci siamo resi conto che non è cambiato nulla". È questa la frase che colpisce di più, ascoltando l'avvocato Maria Gioffrè e la sua assistita Lorella Gastaudo, in merito alla situazione odierna all'interno della RSA Le Palme di Arma di Taggia.
La struttura assistenziale lo scorso febbraio è finita al centro di uno scandalo per i maltrattamenti ai danni degli ospiti. Una indagine condotta dalla guardia di finanza su quanto accadeva tra le mura della RSA che conta 80 posti letto, di questi, quaranta in convenzione con ASL 1 imperiese. A distanza di quattro mesi dal blitz che portò agli arresti domiciliari di 10 operatori e di 14 indagati, oggi, c'è chi come la signora Gastaudo, ha ancora la madre ospitata a Le Palme. Questo, nonostante l'anziana signora fosse tra 'le vittime' dello scandalo.
Lei e il suo legale hanno deciso di rivolgersi ai media prospettando una situazione che getta nuove pesanti ombre sulla gestione degli ospiti. Un quadro che è stato denunciato alla Guardia di Finanza. "Nulla è cambiato da febbraio a oggi e da prima, da quando erano stati consegnati gli avvisi di garanzia. - denuncia l'avvocato Maria Gioffrè - Se cambia il personale ma il modus operandi nella struttura è lo stesso, nulla è cambiato. Ad oggi le promesse fatte dalla dirigenza della struttura nella riunione tenutasi dopo le notifiche dell'ordinanza di misura cautelare, sono state promesse disattese"
"C'era stato promesso una riunione al mese per monitorare la situazione, uno scambio reciproco ed equo con i parenti degli ospiti e la dirigenza e non c'è stato anche questo. - ha aggiunto il legale - rispondono quando ci si lamenta dello smarrimento o della sparizione degli oggetti. Non rispondono quando gli si chiede un incontro per parlare della formazione del personale, di cosa sta succedendo o eventuali situazioni limite".
Secondo quanto denunciato, la madre della signora Gastaudo non sarebbe stata adeguatamente curata. Come lei anche altri ospiti, circa 7 famiglie, tutelate dall'avvocato Gioffrè, condividono questa situazione. "Ci sono stati problemi gravi - denuncia la signora Gastaudo - gli operatori non si comportano in modo adeguato. Vengono ignorate le nostre richieste di incontro. Sono cambiate le persone ma la situazione non è migliorata. Ci sono stati episodi gravi dopo gli arresti: sono stati messi in bocca di un ospite dei guanti sporchi perché non urlasse, è stata abbandonata un'ospite in bagno nuda perché lasciata nel letto nell'urina e altri episodi di questo tipo".
"C'è una carenza totale di competenza clinica. Nel momento in cui il personale sanitario afferma che il paziente è in coma e indica quale parametro scientifico di riferimento il fatto che la signora abbia il naso assottigliato e successivamente basta una flebo di soluzione fisiologica per far uscire la persona dal coma... è un episodio gravissimo. La persona era solo fortemente disidratata. Ci siamo confrontati con degli specialisti e questo personale (nella rsa ndr) ignora le linee guida e i parametri basici del controllo del coma" - rincara l'avvocato Gioffrè.
Fatti gravi che sono al vaglio delle forze dell'ordine. "Ci tengo a precisare che questa conferenza stampa l'abbiamo tenuta perché la struttura, approfittando di un momento di scontro e debolezza con la signora, ha chiesto esplicitamente e lei l'ha confermato, alcune cose le possiamo dire perché sono avvenute di fronte a più persone che anche all'interno della struttura ne hanno parlato tra di loro. Altre cose già comunicate, oggi non sono emerse, al fine di garantire il segreto istruttorio su quegli episodi di cui non si è parlato all'interno della struttura" - rimarca il legale.
Che cosa chiedete? "Chiediamo che l'ASL 1 faccia controlli più serrati - risponde l'avvocato - Chiediamo che la dirigenza mantenga quanto detto, in attesa di spostare i parenti nella speranza che non succedano altri episodi spiacevoli nel frattempo. Chiediamo che la magistratura faccia il suo corso come fatto finora. Ringraziamo la Guardia di Finanza per l'ottimo lavoro fatto e siamo sicuri che continuerà, su questo e altri versanti. Per nessuno di noi è facile vedere certe cose e non potere intervenire perché serve fare il proprio lavoro e raccogliere ulteriore materiale".
"Chiediamo che la struttura specifichi curriculum del proprio personale. La struttura ha avuto accreditamenti da ALISA e riceve sovvenzioni da ASL. Quindi sta in piedi anche con i soldi pubblici. Vogliamo conoscere i curriculum e la formazione degli operatori che lavorano nella struttura e man mano che gli operatori cambiano che vengano aggiornati i curriculum online e non restino fermi a 10 anni fa".
Si fida ancora di questa RSA? "No, infatti, sono già in contatto con altre case di riposo per spostare mia madre il prima possibile. Non mi fido assolutamente e temo moltissimo per i nonnini rimasti lì e hanno subito di tutto e di più" - conclude la signora Gastaudo.
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