La giunta regionale ha presentato questo pomeriggio il nuovo piano di gestione del rischio alluvione dell’Autorità distrettuale dell’Appennino settentrionale, uno strumento atto a gestire e prevenire i danni causati dalle alluvioni sul territorio ligure.
“Applichiamo la norma di autorità distrettuale che il ministerio ci chiede di applicare un regolamento più definito su quelle che sono i criteri di gestione di rischio - dice l’assessore regionale alla difesa del suolo Giacomo Giampedrone - Facciamo tesoro dell’esperienza, a volte anche tragica purtroppo, del nostro territorio ma che ci ha fatto alzare il livello di attenzione con un lavoro di mappatura del territorio.
All’interno di queste previsioni, di questo assetto normativo che muta, c’è la previsione di alcuni vincoli maggiori rispetto alla disciplina precedente e alcune migliori interpretazione sulle zone inondabili che ora vengono ben definite e classificate con dei limiti particolari”.
Le nuove misure ridefiniscono la geografia delle aree di rischio sul territorio ligure che ora si trova all’interno di una sola grande area che rende ancor più omogenea la normativa che vieta esplicitamente interventi ad oggi consentiti come nuovi parcheggi a raso, nuovi servizi essenziali (scuole, ospedali, centri di protezione civile) e nuovi campeggi e sottopassi.
L’assessore ha poi risposto alle polemiche sulla possibilità di costruire in aree ad “alto rischio alluvionale”.
Nel piano ci sono diverse classificazioni di rischio: le aree P3, a pericolosità da alluvione elevata, P2, a pericolosità media, e P1, a pericolosità bassa. Solo nelle aree P1, secondo le direttive del piano, “sono consentiti gli interventi previsti dagli strumenti urbanistici”. Si aggiungono poi le aree P3_0, “aree inondabili a minor pericolosità relativa” in cui è possibile (secondo criteri definiti) costruire.
“C’è una possibilità di valutazione di costruzione in zone a bassa pericolosità e questa bassa pericolosità è data da un battente idrico del corso d’acqua che non supera i 30 cm e dalla velocità di quel corso d’acqua di 1 m/s. Se c’è uno studio che dimostra che questi dati sono rispettati si può autorizzare questo tipo di valutazione. Ovviamente parliamo di corsi d’acqua molto piccoli”.
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