Il Nazionale

Cronaca | 18 maggio 2023, 16:29

"So chi sei, hai un cagnolino", così uno dei rapinatori minacciava uno dei dipendenti della macelleria di Rivarolo

Ecco come hanno agito i due rapinatori arrestati dalla Squadra Mobile di Genova per la rapina con sparatoria dello scorso 8 aprile

"So chi sei, hai un cagnolino", così uno dei rapinatori minacciava uno dei dipendenti della macelleria di Rivarolo

So chi sei, sei di Bolzaneto, hai un cagnolino”. Così Jonny Guidi, uno dei due rapinatori arrestati per la rapina alla macelleria Dalf dello scorso 8 aprile minacciava uno dei due presenti all'interno nel momento dell'irruzione che ha fruttato a Guidi e a Rocco Manis, ex dipendente della macelleria, anche lui finito in manette, 4 mila 600 euro.

I due si sono presentati con il volto coperto, Guidi con in testa un casco integrale, Manis con il cappuccio della felpa. Quest'ultimo si è diretto senza esitazioni nello spogliatoio della macelleria da dove ha preso il bottino prima di darsi alla fuga, che uno dei dipendenti ha cercato di fermare, raggiungendo uno dei due rapinatori, prima che l'altro esplodesse sei colpi di pistola. 

Le indagini della Squadra Mobile di Genova si sono concentrate sulle testimonianze dei dipendenti della macelleria, ma anche dalle telecamere di sorveglianza del sistema 'Città Sicura' che mostrano uno strano avvicinamento di un'auto pochi minuti prima della rapina. “Un'autovettura compie i movimenti tipici di un sopralluogo preliminare alla rapina”, scrivono gli inquirenti. La stessa auto viene poi ripresa quasi in sosta di fronte alla macelleria. Sempre dalle telecamere si nota come alla guida ci fossero due persone e che l'abbigliamento del conducente fosse identico a quello di uno dei due rapinatori, descritto dai dipendenti della macelleria, ma soprattutto ripresi dalle telecamere di sorveglianza dello stesso negozio.

Per depistare le indagini, uno dei due ha indossato una canotta gialla molto appariscente per farsi notare da eventuali testimoni oculari e poi girato l'angolo si è cambiato con una felpa nera. In questo modo il suo identikit sarebbe risultato diverso al confronto con le immagini di videosorveglianza, ma l'escamotage non è bastato per confondere gli inquirenti che hanno ricostruito i movimenti dei rapinatori, individuando la targa dell'auto usata per la rapina intestata alla compagna di uno dei due, che intercettata al telefono ha svelato di sospettare del compagno perché a casa aveva trovato una mazzetta di denaro.

Fondamentale per la risoluzione del caso anche l'esito dei tabulati telefonici che mostrano come entrambi si trovassero nelle vicinanze della macelleria poco prima della rapina e che Manis e Guidi fossero in contatto dal giorno prima.

Sulla scorta del quadro indiziario così raccolto, e fermo restando il generale principio di non colpevolezza fino a sentenza passata in giudicato, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per i due indagati.

La perquisizione delegata dal Pubblico Ministero che ha coordinato le indagini, eseguita in occasione dell’esecuzione del provvedimento restrittivo, ha inoltre consentito di rinvenire e sequestrare le due pistole semiautomatiche, con caricatore rifornito e matricole abrase, presumibilmente utilizzate durante il 'colpo'

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata quindi notificata anche a Manis presso il Carcere di Marassi.

Francesco Li Noce

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