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Politica | 19 aprile 2023, 08:07

Danneggiamenti al monumento di piazza Roma: i responsabili sarebbero stati individuati dalle telecamere

Indagini in corso da parte dei carabinieri di Asti. I consiglieri di minoranza presentano un'interrogazione

Danneggiamenti al monumento di piazza Roma: i responsabili sarebbero stati individuati dalle telecamere

Nella notte tra sabato e domenica scorsa, alcuni vandali, al momento ignoti, hanno danneggiato alcune parti del monumento di piazza Roma, sfondando anche il parabrezza di un'auto parcheggiata in tarda serata.

Il fatto era stato denunciato proprio dalla proprietaria della macchina che ora spera in un risarcimento. "Non è assicurata contro gli atti vandalici - ci ha detto - Sono una mamma di famiglia che non ha tanti soldi da parte e sinceramente non trovo giusto che debba pagare io il comportamento di individui senza cognizione”.

Da alcune indiscrezioni pare che i vandali siano stati "immortalati" dalle telecamere in zona e i carabinieri sono al lavoro. L'assessore alla Sicurezza Luigi Giacomini ci ha fatto sapere anche di avere presentato, come Comune, una denuncia per danneggiamenti.

I consiglieri comunali di minoranza: Mauro Bosia (Uniti si può), Mario Malandrone (Ambiente Asti), Vittoria Briccarello (Uniti si può), Michele Miravalle (Pd), Paolo Crivelli e Walter Saracco (Prendiamoci cura di Asti), Roberto Vercelli (Pd), Gianfranco Miroglio (Verdi), Massimo Cerruti (M5 S) e Luciano Sutera (PD), sono intervenuti in merito.

"Lunedì mattina36 ore dopo l’atto vandalico, ancora giacevano i pezzi di monumento nel prato antistante lo stesso", rimarcano, ricordando la storicità del monumento.

La storia del monumento

"Rappresenta un significativo e importante richiamo storico e artistico in quantoIl banchiere benefattore e mecenate Leonetto Ottolenghi nel 1895 decise di donare alla città un monumento che celebrasse l'Indipendenza e l'Unità d'Italia, da inaugurarsi nel 1898 in occasione del previsto primo Cinquantenario. Lì per lì si pensò di collocare il monumento in piazza Alfieri, che però era già occupata da Toju e mettergliene un altro accanto sembrava mancargli di rispetto. Si ripiegò allora sull'antica piazza del Gardino, o di San Bernardino, che all'epoca era parecchio diversa rispetto a oggi, sia come superficie che come forma, e decisamente più piccola. Il monumento previsto, praticamente, non ci stava. Leonetto non si perse d'animo: per 55.000 lire comprò da un certo prof. Porcelli il vecchio teatro già chiesa di San Bernardino e una parte dell'annesso convento. La parte restante fu acquistata per 24.000 da Antonio Gastaldi, che si impegnò a farvi costruire un palazzo e terminarlo in tempo per l'inaugurazione del monumento. I vecchi fabbricati furono affidati per la demolizione all'impresario Giovanni Penna, che come ricompensa fu incaricato di costruire il nuovo palazzo Gastaldi sul lato sud, e un altro palazzo sul lato ovest in stile neogotico progettato dall'Ing. Camagni e finanziato dal marchese Luigi Medici del Vascello, progettista dell'acquedotto di Asti. 

Ridefinita e ampliata la piazza, i lavori per la costruzione del monumento poterono cominciare, e furono completati puntualmente per la celebrazione del primo cinquantenario dell'Indipendenza. Le parti scultoree furono realizzate dal ticinese Luca Gerosa, quelle architettoniche dall'ingegnere torinese Angelo Reycend. Il monumento rappresenta l'Italia come una prosperosa matrona, in atto di offrire una corona d'alloro all'obelisco che rappresenta invece il sacrificio di tanti giovani soldati. La composizione è circondata da una balaustra che sorregge quattro leoni, ognuno dei quali porta uno scudo con lo stemma dei Savoia e quello di Asti.

E i pilastri (uno dei quali danneggiato) che li sorreggono, entro un serto di bronzo riportano frasi celebri di eroi del Risorgimento.

Il monumento era stato inaugurato il 3 maggio 1898 alla presenza del re Umberto I, della regina Margherita e del principe di Piemonte Vittorio Emanuele III. Lo stesso giorno fu inaugurata la grande esposizione enologica nazionale presso l'Ala di piazza Alfieri.

"Le quattro frasi dei pilastrini - ricordano i consiglieri - furono raccolte dallo stesso Ottolenghi, e sono: 'La Nazione può aver avuto principi migliori di me, ma niuno che l'abbia amata tanto' di re Carlo Alberto. 'La salute e l'onore della Patria comune faranno il costante soggetto del mio pensiero'(Vittorio Emanuele II) 'Perisca il mio nome, perisca la mia fama, purchè l'Italia sia' (Camillo Cavour) 'Per l'unità del nostro Paese la provvidenza diede Vittorio Emanuele II che noi da questo momento possiamo chiamare vero padre della Patria' (Garibaldi)".

La piazza è vigilata?

I consiglieri chiedono conto della messa in sicurezza e se sia stata informata la Soprintendenza dei Beni culturali.

"La piazza è vigilata nell’orario notturno con videocamere a protezione dei beni monumentali? Quali iniziative svolge l’amministrazione dal punto di vista culturale per educare al rispetto dei beni comuni, all’arte, al rispetto e amore per le bellezze della città?", concludono chiedendo all'assessore Giacomini di intervenire con fermezza, considerati anche gli atti vandalici recenti al Movicentro".

Betty Martinelli

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