Il Nazionale

Cronaca | 28 marzo 2023, 11:45

Da Eurovision a Lidia Poet, tutti i rimpianti della Rai di Torino: "Il mondo della cultura ci difenda da chi smobilita"

Sono 900 i lavoratori coinvolti. I sindacati: "A parte Tgr e Rai Ragazzi, facciamo piccole cose che non valorizzano mezzi e professionalità". Persi Cattelan, ma anche Cucciari e Clerici. L'idea: 'Intitoliamo via Verdi a Piero Angela"

Da Eurovision a Lidia Poet, tutti i rimpianti della Rai di Torino: "Il mondo della cultura ci difenda da chi smobilita"

Un appello al mondo della cultura, della scienza e della ricerca torinese per non abbandonare la presenza e le radici di mamma RAI sotto la Mole. È quello che lanciano da oggi i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil.

La preoccupazione infatti continua a riguardare i tanti luoghi storici in città: la sede di via Verdi, ma anche gli uffici di via Cavalli (il cui affitto scade nel 2026), ciò che resta di corso Giambone e non solo. "Da anni l'impressione è che la RAI voglia smobilitare a Torino".

900 lavoratori in bilico

Non smette di suonare l'allarme sui destini di 900 dipendenti dell'azienda pubblica di comunicazione che "stanno subendo una crisi molto significativa - dice Elena Ferro, segretaria generale di Slc Cgil - all'interno di un'azienda che da anni non ha un piano industriale, ostaggio degli equilibrismi politici".

L'allarme del canone in bolletta

"Le professionalità che escono non vengono sostituite e chi c'è è collocato in inquadramento errati", prosegue. "E anche la scelta del ministro Giorgetti di rinunciare al canone in bolletta è allarmante, visto che il 70% delle risorse per la Televisione pubblica arriva da lì".

E Anna De Bella, segretaria generale Fistel Cisl, aggiunge: "I nostri appelli e preoccupazione derivano già dalla vendita del palazzo di via Cernaia. Fino ad arrivare alla trasmissione di Alessandro Cattelan, spostata a Milano e usando risorse in trasferta". Ma anche Geppi Cucciari è stata spostata (da "Che succede?" a "Splendida cornice") e non solo loro. Anche Antonella Clerici è sfumata, approdando a Milano. E Melevisione e Albero Azzurro sono ormai un ricordo lontano.

"Solo 4 Parlamentari ci hanno ascoltato"

Gli incontri con il sindaco Stefano Lo Russo (che dovrebbe vedere l'ad della Rai, Carlo Fuortes il 5 aprile, "ma noi sindacati non siamo ancora stati coinvolti") e i parlamentari piemontesi ("ma ci hanno risposto solo in 4, che ringraziamo") hanno evidenziato sponde e sostegno nel mondo politico, ma nessuna risposta dai vertici romani. "Per dare valore alle strutturee torinesi - aggiunge De Bella - vorremmo anche intitolare a Piero Angela la sede di via Verdi".

Il caos delle nomine

E se il futuro di Fuortes è a sua volta nebuloso, anche l'attesa per il titolare della Commissione di Garanzia Rai non facilita i confronti. "Ci troviamo in un momento in cui le nomine RAI non facilitano questo dialogo - commenta Ivano Griffone - ma non si capisce perché non si facciano produzioni a Torino, dove ci sono professionalità e mezzi". "Anche le risposte limitate da parte del mondo politico e amministrativo è demoralizzante. Ma noi ci mettiamo tutta l'energia possibile".

Tgr, RAI Ragazzi e prodotti "brevi"

A parte la Tgr, solo la RAI Ragazzi ha la sua base a Torino. "Il resto sono produzioni di poche puntate e con nessuna progettualità per il futuro. Ma serve stabilizzare il lavoro, saturando le strutture interne e dare la stessa dignità che hanno Milano, Roma o Napoli", dice Stefano Pappaletto, rsu di Fistel Cisl.

L'esempio di Eurovision (e quello di Lidia Poet)

"Di recente le maestranze di Torino sono state spostate a Milano per il programma con Roberto Bolle, in uno studio preso in prestito da TeleLombardia - dice Cristina Bruno, rsu di Slc Cgil - e non è comprensibile per un'azienda che ha già molte spese e con esposizione presso le banche. Dobbiamo ambire a entrare nel palinsesto dei programmi generalisti, magari nel solco della divulgazione scientifica come fece Piero Angela". "Una cosa come Lidia Poet potevamo farla anche noi", sospira. "E non valorizzano un'eccellenza nazionale come l'Orchestra sinfonica".

"Senza investimenti e ricambio generazionale, non sarà più possibile fare quel che è stato fatto fin qui - aggiunge Federica Balestri, funzionaria Uilcom - e sarà la scusa per cui la RAI potrà togliere ulteriori produzioni per carenza di professionalità e figure". "Se un evento come Erurovision ha scelto Torino, vuol dire che siamo in grado anche di fare prodotti di quel genere: siamo pienamente disponibili anche a cambiare anima e inclinazione".

Massimiliano Sciullo

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