Il Nazionale

Cronaca | 20 marzo 2023, 20:05

Torino, i nomi delle oltre 1.000 vittime innocenti della mafia risuonano davanti al Comune

L'omaggio della città a magistrati, forze dell'ordine, personalità note ma anche cittadini comuni uccisi dal 1860 ad oggi, alla vigilia della Giornata Nazionale

Torino, i nomi delle oltre 1.000 vittime innocenti della mafia risuonano davanti al Comune

Domani, martedì 21 marzo, si celebrerà la Giornata Nazionale dell'Impegno e del Ricordo delle Vittime Innocenti della Mafia: alla vigilia della ricorrenza, Torino ha voluto rendere omaggio a magistrati, forze dell'ordine, personalità note ma anche cittadini comuni uccisi dal 1860 ad oggi, con un elenco di oltre 1000 nomi letto in piazza Palazzo di Città, davanti alla sede del Comune.

Da Giovanni Falcone a Paolo Borsellino, da Carlo Alberto Dalla Chiesa a Bruno Caccia, passando per i tanti uomini e alle tante donne in divisa sterminati per mano mafiosa in oltre 150 anni: la lettura dell'elenco ha generato commozione ma anche tanta voglia di riscatto: “Il nostro obiettivo - ha sottolineato la presidente di Libera Piemonte Maria Josè Fava, che ha organizzato l'evento – è quello di chiedere giustizia per i familiari perché il 90% di loro, ancora oggi, non conosce la verità. Come dice don Ciotti, dobbiamo eliminare la cultura mafiosa, per un paese che sappia costruire democrazia e giustizia sociale con l'obiettivo di realizzare pienamente la Costituzione”.

Tante i rappresentanti delle istituzioni presenti, ai quali è stato chiesto un impegno concreto: “In questi mesi - ha dichiarato la vice-sindaca di Torino Michela Favaro – abbiamo lavorato molto sui beni confiscati alla mafia, per questo da qui in avanti ci impegneremo a fondo per restituirne 3 alla cittadinanza”. “Abbiamo aggiunto – le ha fatto eco l'assessore al bilancio della Regione Piemonte Andrea Tronzano – un organo di controllo, chiamato Orecol, al nostro percorso amministrativo: crediamo che questo possa aiutare a rinforzare il muro contro la mafia”.

In piazza, infine, è stato steso un grande lenzuolo bianco con 87 fiori in ricordo dei migranti vittime del naufragio di Cutro, per quella che don Ciotti non definisce come “migrazione ma come deportazione indotta da un modello economico occidentale che colonizza, sfrutta e impoverisce in nome del profitto”.

Marco Berton

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