Dopo i sindacati, la Rai di Roma "snobba" anche il Comune di Torino e la Regione Piemonte. Dopo tre mesi e mezzo di attesa senza risposta, oggi il sindaco Stefano Lo Russo e il governatore Alberto Cirio hanno scritto una lettera all'amministratore delegato Rai, Carlo Fuortes, esprimendo le loro preoccupazioni e per chiedere un incontro sul futuro dei siti torinesi. La situazione più critica è quella del Centro di Produzione di via Verdi. Se fino a dieci anni fa qui vi lavoravano circa 600 persone, ad ottobre 2022 erano appena 299. Tutto personale altamente qualificato, dagli scenografi, ai montatori, ai costumisti e truccatori.
Criticità per via Cavalli e corso Giambone
Uomini e donne che negli ultimi mesi sono stati spostati "di forza" a Milano e Roma: l'ultimo caso in ordine di tempo riguarda la trasmissione "Stasera c'è Cattelan". Le riprese di quest'ultima sono iniziate a settembre a Torino, ma da gennaio 2023 tutto è stato trasferito nel capoluogo lombardo, lavoratori compresi. Criticità, come rilevano Lo Russo e Cirio, anche "per gli uffici in locazione in via Cavalli, nonché incertezza sui locali di corso Giambone".
"Preoccupazione a livelli istituzionali"
“Il rischio – rimarcano il sindaco e il presidente - di un ridimensionamento della RAI sul nostro territorio suscita una profonda preoccupazione anche ai livelli istituzionali, oltre che tra i lavoratori". "Siamo convinti – sottolineano - che la RAI debba e possa avere un ruolo di primo piano nello sviluppo del territorio torinese e piemontese valorizzando le consolidate esperienze e professionalità che vanno dalla Produzione Radio e Tv, al dipartimento di Ricerca, Sviluppo ed Innovazione, dall’Orchestra Sinfonica alle Direzioni amministrative e tecnologiche fino al consistente patrimonio immobiliare rappresentato dalle stesse vostre sedi".
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