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Politica | 18 febbraio 2023, 07:00

La carica degli ungulati a Torino, Iannò alza la voce: “Serve un piano per contenere i cinghiali”

Nella provincia sono 30.000 gli esemplari: la Regione ha adottato un piano d'abbattimento di 15.000 animali, ma le guardie venatorie sono appena 4. Iannò: "Sono un pericolo per persone, moto e auto"

La carica degli ungulati a Torino, Iannò alza la voce: “Serve un piano per contenere i cinghiali”

L'ultimo avvistamento risale a qualche giorno fa, in corso Belgio. A due passi da piazza Toti. Cuccioli di cinghiale, con mamma al seguito. Sono sempre di più le segnalazioni circa la presenza di ungulati nella zona collinare e pre-collinare di Torino. Un problema comune, più grave in città come Roma e Genova, ma che se non trattato in tempo rischia di esplodere anche nel capoluogo piemontese.

Iannò: "Serve un piano strategico"

Ed è per questo motivo che Giuseppe Iannò (Torino Libero Pensiero) ha presentato un ordine del giorno perché sindaco e Giunta si attivino con la Città Metropolitana per adottare un piano strategico che porti alla risoluzione del problema: "I disagi sono evidenti, è in ballo la sicurezza stradale: sempre più spesso viene segnalata la presenza di cinghiali in Lungo Po Antonelli, al Parco Stura, alla Colletta, al Meisino”. “I cinghiali - prosegue Iannò - si stanno avvicinando ai condomini anche a causa della presenza dei rifiuti".

30mila cinghiali, metà da abbattere: le guardie venatorie sono 4

E che i cinghiali siano effettivamente un problema, lo dicono i numeri riportati dalla consigliera del Comune di Torino e della Città Metropolitana Caterina Greco (Pd): “Gli esemplari presenti in provincia risultano essere circa 30.000”. Un piano per gli abbattimenti in realtà c’è, è stato redatto dalla Regione Piemonte e prevede l’abbattimento di 15.000 animali. La metà. Peccato che le guardie venatorie a disposizione siano appena 13, di cui solo quattro destinate ai cinghiali. Quattro per 30.000 animali. “La Regione si è detta disponibile a trasferire alla Città Metropolitana i fondi per assumere dieci guardie venatorie, ma al momento non è stato fatto nulla”, racconta Greco.

Intanto nelle scorse settimane a Cavoretto sono iniziati degli abbattimenti selettivi. Una pratica non condivisa da quasi la totalità dei consiglieri comunali torinesi, che hanno suggerito un altro approccio che esclude la caccia: la contraccezione, il contenimento. Insomma, sparare a Torino non viene considerata una soluzione.

Andrea Parisotto

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