La penetrazione territoriale della “Mafia Spa” non riguarda solo il Sud. Purtroppo presentano un indice di presenza mafiosa molto preoccupante anche realtà del Centro-Nord, in particolar modo le province di Imperia, Genova, Roma, Latina e Ravenna.
E’ quanto emerge dal dossier elaborato dalla Banca d’Italia e diffuso dalla Cgia di Mestre. Oltre ai 17,4 miliardi di euro sono legati alle attività illegali (attraverso il traffico di droga, contrabbando di sigarette e prostituzione). Il nostro Pil nazionale ‘assorbe’ altri 157 miliardi di euro: di cui 79,7 sono “nascosti” dalla sotto dichiarazione, 62,4 miliardi dal lavoro irregolare e 15,2 miliardi dalla voce Altro (ovvero, mance, affitti in nero, etc.). I 174,4 miliardi di euro complessivi (17,4 più 157), compongono la cosiddetta economia non osservata che è interamente conteggiata nel nostro Pil nazionale.
“Se a parole tutti siamo contro le mafie, nelle azioni concrete non sempre è così. Infatti, è quanto meno ‘imbarazzante’ che dal 2014, l’Unione Europea, con apposito provvedimento legislativo consenta a tutti i paesi membri di conteggiare nel Pil alcune attività economiche illegali: come la prostituzione, il traffico di stupefacenti e il contrabbando di sigarette”, sottolinea la Cgia di Mestre.
“Ancorché non sia possibile quantificarne la dimensione, è evidente che anche una parte importante di questo stock (157 miliardi) sia riconducibile alle organizzazioni criminali di stampo mafioso, a dimostrazione che i 40 miliardi di volume d’affari richiamati all’inizio di questo documento addebitati a Mafia Spa sono, purtroppo, sottostimati” conclude la Cgia.
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