Il Nazionale

Cronaca | 23 gennaio 2023, 16:27

Caso foresta di Gerbonte, il sindaco di Triora Massimo Di Fazio respinge le accuse davanti al Gup

Al centro dell’inchiesta della Procura di Imperia le attività compiute dalla società 'Terra Brigasca', di cui il primo cittadino è amministratore delegato

Caso foresta di Gerbonte, il sindaco di Triora  Massimo Di Fazio respinge le accuse davanti al Gup

Caso foresta di Gerbonte, il sindaco di Triora Massimo Di Fazio, ascoltato stamattina dal Gup Paolo Luppi e dalla pm Barbara Bresci ha respinto ogni accusa a suo carico.

Ascoltata anche la sua compagna, Ramona Bruno, che si è tirata sostanzialmente fuori dalla gestione dell’azienda pur rivestendo il ruolo di presidente.

Al centro dell’inchiesta della Procura di Imperia ci sono le attività compiute dalla società 'Terra Brigasca', di cui Di Fazio è, invece, l’amministratore delegato. Un procedimento questo che non lo vede coinvolto nel ruolo di sindaco, ma come imprenditore privato.

Le accuse sono a vario titolo quelle di abuso edilizio e “compromissione dell’habitat naturale”. 

La Bresci dopo aver chiuso le indagini aveva chiesto il rinvio a giudizio e gli imputati hanno scelto di essere giudicati, con il rito abbreviato. Oltre a Di Fazio e alla compagna Ramona Bruno a rispondere c’è anche Davide Ozon, esecutore dei lavori. Tutti e tre sono assistiti dagli avvocati Simona Bertoldo e Alessandro Moroni mentre  il progettista Riccardo Scaletta è difeso dal legale Mauro Vallerga del foro di Genova. 

La società ‘Terra Brigasca’ ottenne la gestione della foresta dalla Regione Liguria, che ne è proprietaria, a titolo gratuito, con il compito “di mantenere e preservare il patrimonio naturalistico".

Nell’agosto del 2019 la Procura di Imperia notificò gli avvisi di garanzia e dispose il sequestro dell’area di Gerbonte, estesa per circa 660 ettari.

Secondo l’impostazione accusatoria e gli accertamenti compiuti dai carabinieri Forestali, Di Fazio e Romana avrebbero agito in maniera contraria ai loro doveri ed in particolare avrebbero sfruttato le risorse ambientali dell’intera area, tagliando più alberi del consentito con lo scopo di guadagnare denaro attraverso la vendita della legna, condotte che avrebbero compromesso l’integrità ambientale della foresta.

L’udienza è stata rinviata al 3 aprile per discussione e sentenza. Parte civile si è costituita la Regione Liguria rappresentata dall’avvocato Eugenio Aluffi.

Diego David

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