Non ce l’ha fatta il giovane canoista che era rimasto incastrato sott’acqua nel fiume Entella, a Chiavari, dopo essere caduto con la sua canoa. A comunicarlo è la direzione dell’Istituto Gaslini di Genova, in cui il 14enne originario di Sestri Levante era giunto in condizioni disperate dopo essere stato per oltre un’ora incastrato sott’acqua.
Ricoverato presso il reparto di rianimazione dell’ospedale pediatrico, non ha mai ripreso conoscenza.
In una nota diffusa, il personale del Gaslini esprime “il massimo cordoglio per la perdita di questa giovanissima vita”. La famiglia ha espresso il desiderio che il ragazzo potesse donare i propri organi, pertanto, fa sapere la direzione, sono state attivate le procedure per effettuare gli espianti possibili.
La procura di Genova ha aperto un fascicolo per capire se vi siano responsabilità per quanto successo al ragazzo, che si trovava nelle acque del fiume di Chiavari per effettuare un allenamento insieme ai compagni e agli istruttori del circolo a cui era iscritto.
Secondo quanto riportato da ANSA, il ragazzo ha sbattuto con la sua canoa contro un tronco trasportato dalla corrente ingrossata dalle piogge dei giorni precedenti, rovesciandosi così e rimanendo sott’acqua, incastrato con le gambe tra i rami e il legno.
Per liberarlo è stato necessario l’intervento dei sommozzatori e dei vigili del fuoco, che hanno aperto un varco con la motosega.
Anche l’istruttore del circolo di canoa ha provato ad aiutare il giovane, ma senza riuscirci; l’intervento dei soccorsi è stato complicato: ci è voluta più di un’ora per riuscire a liberare il corpo dal groviglio di rami.
La procura ora vuole capire se la canoa fosse in buone condizioni, e se l’allenamento che si è svolto nel fiume avrebbe potuto essere fatto in mare, vista la pioggia dei giorni precedenti che aveva fatto ingrossare le acque dell’Entella e che la corrente aveva portato detriti.
La famiglia del giovane ha puntato contro la disorganizzazione dei soccorsi che sarebbero stati tempestivi ma, a loro dire, "non ci sarebbe stato alcun coordinamento. Forse se avessero agito diversamente le condizioni di Andrea non sarebbero state così disperate". Il giovane è arrivato all'ospedale pediatrico con l'elicottero Grifo in arresto cardiaco dopo essere stato rianimato a riva per oltre 30 minuti davanti agli occhi attoniti degli amici.
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