La sensazione, a giudicare da quel che sta succedendo pur in una realtà periferica qual è il Cuneese, è che la “fusione a freddo” - denunciata a suo tempo da Massimo Cacciari a proposito del Partito Democratico - stia manifestando i suoi effetti in questa stagione precongressuale.
Le assemblee locali svoltesi fino ad oggi non sono state esattamente all’insegna dell’ ottimismo, limitandosi a sorta di sedute psicanalitiche imperniate sul “chi siamo, da dove veniamo, dove vogliamo andare”.
Interrogativi a cui i pochi partecipanti non hanno trovato risposte se non nella celebre affermazione di Gino Bartali: “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”.
Molti osservatori legano il futuro dei prossimi vent’anni della politica italiana – assetti istituzionali compresi - all’esito del congresso del Pd, che avviene dopo una pesante sconfitta elettorale e in un momento in cui l’asse di potere del centrodestra di governo si è decisamente spostato a vantaggio di Fratelli d’Italia.
Per restare sul piano locale, la fuga in avanti della deputata cuneese Chiara Gribaudo a sostegno di Elly Schlein sta facendo discutere il partito nel quale, finora, erano convissute più o meno armonicamente le due anime ex Ds ed ex Margherita.
Quest’ultima oggi è all’angolo perché, dopo l’uscita di scena di Mino Taricco, il potere è rimasto – pur con qualche eccezione – nelle mani della componente ex Ds rappresentata dalla troika Gribaudo-Calderoni-Manassero.
A parole, tutti dicono di voler superare una divisione che appare arcaica e storicamente non più attuale, tuttavia negli ex popolari il sospetto che qualcuno voglia ritornare ai Ds (Democratici di Sinistra) è quanto mai presente.
Il segretario provinciale Mauro Calderoni – a diversità della Gribaudo – non si è pronunciato a favore della Schlein.
Nella recente assemblea di partito a Saluzzo – a diversità del suo predecessore Paolo Allemano, ex sindaco ed ex consigliere regionale che ha manifestato invece aperta simpatia – si è mostrato fortemente critico verso la piega che sta prendendo il dibattito congressuale.
Calderoni invoca l’unità del partito sul territorio, esortando amministratori e militati a non farsi irretire da suggestioni romane, lontane da una provincia di confine qual è la Granda.
Tuttavia, un primo rimescolamento di carte all’interno del partito pare essere in corso: passati e recenti equilibri sono messi in discussione.
Curioso, ad esempio, il fatto che il consigliere regionale albese Maurizio Marello venga indicato a fianco della parlamentare Chiara Gribaudo (tra i due non c’è mai stato un feeling intenso, per usare un eufemismo) e della sindaca di Cuneo Patrizia Manassero in appoggio alla candidata alla segreteria nazionale Elly Schlein.
Per contro, radio scarpa riferisce che l’assessore cuneese Sara Tomatis, da sempre ritenuta “gribaudiana” di ferro, sia intenzionata a sostenere il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
Difficile districarsi in questa matassa. Per provare a farlo bisogna non escludere la possibilità che si tratti di due parti di una stessa commedia: una recitata sui palchi di Roma e Torino, l’altra su quelli della provincia Granda, dove le filodrammatiche piemontesi vantano ancora una dignitosa presenza.
Politica | 02 gennaio 2023, 11:41
La fuga in avanti di Gribaudo in appoggio a Schlein agita le acque del Pd
Si avvicina l’appuntamento congressuale con gli immancabili giochi di pretattica e singolari rimescolamenti di posizioni. Il segretario provinciale Calderoni non si schiera sperando di riuscire a tenere unito il partito in ambito locale
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