Il Nazionale

Cronaca | 07 dicembre 2022, 15:45

Addio Guido, pittore tormentato. Ti vedo ancora seduto a quel banco del Cairoli in un tempo fuggito via troppo in fretta

Mario Chiodetti ricorda Guido Russi, l'uomo di 63 anni investito da un furgone ieri pomeriggio sulla statale tra Casciago e Varese: «Con la memoria torno al liceo, tra il greco e il latino e le lotte politiche. Ti vedo ancora nel banco davanti al mio, con la tua sciarpa inseparabile e quella sensibilità unica che ti accompagnava»

Addio Guido, pittore tormentato. Ti vedo ancora seduto a quel banco del Cairoli in un tempo fuggito via troppo in fretta

Si chiamava Guido Russi l'uomo di 63 anni vittima di un investimento nel pomeriggio di ieri lungo la statale 394 tra Varese e Casciago (leggi QUI). Russi da circa un anno abitava a Casciago, ma è a Varese che aveva trascorso i suoi anni sin dai tempi del Liceo Cairoli. Pittore, artista e amante della cultura, la scomparsa di Russi ha lasciato senza parole la cerchia dei suoi amici e di chi lo ha conosciuto. Tra loro Mario Chiodetti, che dedica ora all'amico un toccante ricordo.

Ricordare Guido Russi vuol dire ritornare al Liceo “Cairoli” negli anni ‘70, alla sezione C, a Mainetti di latino e greco, alla “Vecchia” di scienze e alle lotte politiche, con le assemblee nella palestra di via XXV Aprile. C’erano quelli di GS futuri ciellini, e poi c’eravate tu e Paolo, molto a sinistra, e poi quelli come me, agnostici e fulminati per i cavalli da corsa, che passavo le ore di filosofia a scrivere sul banco le genealogie dei purosangue. 

Non ricordo se già disegnavi, Guido, ma la tua sensibilità era fuori dalla norma, eri tormentato, non abbandonavi mai la tua sciarpa, parlavi poco e suonata la campanella scomparivi. Dopo la “matura” non seppi più nulla di te, qualcuno mi disse che ti eri trasferito a Milano e studiavi arte, ma ecco che i casi della vita ci fecero incontrare di nuovo, a Varese, dove ritornavi di tanto in tanto. 

Eri pittore, anzi allievo di Vittorio Tavernari, e nel 1987 avevi allestito una mostra assieme a lui in uno storico cortile varesino, poco prima che il maestro ci lasciasse. Avevi lavorato anche come educatore a Milano, e mi avevi raccontato delle belle cose fatte, tra cui una mostra, recensita da Roberto Sanesi, con disegni ispirati al “Finnegans Wake” di Joyce, diverse collettive e nel 2006 un’altra personale nella tua città, mi ricordo che ne scrissi.

Ma il tuo male di vivere non ti abbandonava, il sorriso era sempre a metà bocca, e le parole scarse e malinconiche. Come sempre accade, ci si salutava con la promessa di rivederci, ma poi le strade si dividevano di nuovo e ancora persi traccia di te e della tua inseparabile sciarpa.

Ora ti leggo in cronaca, investito e ucciso da una macchina, e il dolore è grande, e quando leggo di un uomo di 63 anni, gli stessi miei, non riesco a immaginarti in età, ma ancora nel banco davanti al mio che scarabocchi sul diario e rispondi vagamente alle domande della prof. di italiano, sempre con quel tuo mezzo sorriso e gli occhi che fan finta di ridere. Quel Guido mi rimarrà nella memoria per sempre, assieme agli anni fuggiti via, in un tempo che sembrava correre troppo veloce. 

Mario Chiodetti

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