Venti alloggi, dalla periferia al centro di Torino, per chi ha perso la casa oppure rischia di perderla. Dalla famiglia numerosa con tanti figli, al singolo che sta uscendo dalla tossicodipendenza. Il Comune ha rinnovato questa mattina, su modello di quanto accaduto nel 2015, il protocollo con la Diocesi di Torino: il patto prevede la cessione a quest'ultima di 20 appartamenti da destinare ai clochard.
La mappa dell'aiuto
"La firma di oggi - ha spiegato la vicesindaca Michela Favaro - rafforza questa unione, che da un lato ha permesso di utilizzare il patrimonio Città e dall'altro di rispondere ai bisogni urgenti delle persone". Gli alloggi sono sparsi per il capoluogo piemontese, da via San Massimo in centro a Lucento e Mirafiori. Anche le metrature sono le più varie, da 45 mq a 180 mq.
Rosatelli: "Ogni persona è diversa"
"Questo accordo - ha spiegato l'assessore al Welfare Jacopo Rosatelli - risponde alla cosiddetta emergenza abitativa: in questo caso la concessione di spazi è accompagnata anche dallo sviluppo di progettualità e dall'accompagnamento sociale". "Ogni persona - ha aggiunto - è diversa: un conto è aiutare chi è solo, magari è affetto da dipendenza, e dopo anni decide ad abbandonare la strada. Un altro caso è quello di madri con tanti figli. Alle due persone bisogna rispondere in modo diverso".
"Patrimonio pubblico per gli ultimi"
Nella fase iniziale questi alloggi potranno accogliere circa 70 persone, che sono già state individuate: a pieno regime si salirà a 100. "Questo protocollo - ha sottolineato don Paolo Fini, Direttore dell'Ufficio Pastorale della Salute della Diocesi di Torino - permette di ridare senso al patrimonio pubblico, che è di tutti e deve servire proprio a partire dagli ultimi". "Persone che hanno bisogno non solo di un tetto, perché l'alloggio è anche relazione", ha concluso.
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