Padri che uccidono le madri: tra Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta negli ultimi anni sono 48 i bambini e bambine, ma anche ragazzi e ragazze, rimasti orfani per mano di un genitore. Per aiutare i figli a rimettere insieme i pezzi della propria vita, così come le famiglie che hanno accolti, apre oggi a Torino in via Nota 5 il centro S.O.S Sostegno Orfani Speciali. Capofila del progetto sono i Centri Antiviolenza E.M.M.A, che hanno ottenuto un finanziamento da un milione e 650 mila euro.
Primo in Italia
Primo in Italia, sarà aperto per tre ore al giorno dal lunedì al venerdì, garantendo accoglienza ed ascolto a tutti i giovani tra gli zero e i 21 anni, così come ai nuclei familiari affidatari. Nelle tre regioni del nord ovest coinvolte (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) offrirà una presa in carico totale, dallo studio all'assistenza medica, dal sostegno psico-sociale all'inserimento lavorativo.
Formazione per i legali
Il centro S.O.S si propone di diventare un punto di riferimento per i legali e le legali che in Italia patrocinano le cause, così come un luogo di formazione per le operatrici ed operatori dei 27 partner del progetto: oltre ai centri antiviolenza, le comunità per i minori, gli enti per la formazione e l'avviamento al lavoro. "Prevediamo anche una struttura residenziale - spiega Anna Maria Zucca, responsabile del progetto S.O.S - ma temporanea, soprattutto all'inizio della vicenda oppure quando c"è una crisi. Per ciascun orfano c'è un fondo per garantirgli ad esempio il diritto allo studio, così come delle borse se decidesse di frequentare l'università".
La testimonianza
A portare la sua testimonianza Giuseppe Delmonte: aveva 18 anni nel 1997, quando sua madre Olga è stata uccisa per strada a colpi d’ascia dall’ex marito. "Mia madre - ha spiegato in video - ha chiesto aiuto a chiunque e ha trovato solo un muro di gomma. La settimana prima di morire il comandate dei Carabinieri le aveva detto che non si poteva fare nulla: una settimana dopo lo stesso comandante mi ha detto che mia madre era morta". "Le donne - ha aggiunto - non vengono credute: si da libero spazio ai maltrattanti". E per Giuseppe, oltre al dramma di aver perso la mamma, si aggiunge anche quello di aver rinunciato a un pezzo di futuro. "Io sono uno strumentista in ospedale, ma sognavo di fare il chirurgo: mio padre mi ha rubato un sogno", ha concluso.
Montaruli: "Sostenere in ogni passo le donne"
A intervenire anche il Sottosegretario Augusta Montaruli: “Dare piena attuazione alla legge 4 del 2018 e contemporaneamente continuare a lavorare per la prevenzione degli atti di violenza contro le donne. Con questo intento lo Stato deve continuare a rimanere al fianco di troppe vittime coinvolte nei femminicidi". "Il primo modo per sostenere i minori - ha aggiunto - è sostenere le donne a dire no e allontanarsi con la propria prole dal carnefice fin dalla prima violenza, sostenendole in ogni loro passo”.
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