Pubblico delle grandi occasioni venerdì 11 novembre per l'evento "La giustizia dell'incontro" presso il teatro civico Federico Garelli di Villanova Mondovì.
Per una serata di alto valore culturale, "BEE - formaggi di montagna" si é intersecato con i tradizionali Dialoghi Eula, in un evento perfettamente riuscito, sia per la massiccia risposta del pubblico, che soprattutto per lo spessore degli argomenti trattati e del curriculum delle ospiti.
Marta Cartabia, Agnese Moro e Adriana Faranda, tre donne con tre ruoli completamente differenti, hanno accompagnato i presenti in una non facile rappresentazione dell'innovativo ed efficace percorso giuridico che passa sotto il nome di 'Giustizia Riparativa".
In prima fila a sottolineare il prestigio della serata: i presidenti delle fondazioni CRT e CRC, Giovanni Quaglia ed Ezio Raviola, e poi l'onorevole Enrico Costa e il Presidente della Provincia Luca Robaldo accompagnato dal consigliere Pietro Danna.
A rappresentare l'amministrazione comunale, che ha fortemente voluto l'evento: il vicesindaco Michele Pianetta.
Presente in sala anche il garante regionale delle persone private della libertà personale, onorevole Bruno Mellano e la nipote del presidente Luigi Einaudi, Roberta.
Nella insolita veste di giornalista intervistatrice, ruolo autoassegnatosi per l'occasione, la dottoressa Cartabia, reduce dal recente impegno di governo che l'ha vista Ministro della Giustizia per venti mesi con il Presidente Draghi, ha magistralmente condotto, quasi in una sorta di atmosfera di intima confidenza, il racconto di Moro e Faranda sulle proprie due esperienze evidentemente agli antipodi nelle storica vicenda di via Fani e in quel che ne seguí.
La serata é cominciata con la citazione di un libro: "il libro dell'incontro", in cui sono contenuti molti percorsi di relazione vittime-offensori e che, ha raccontato Cartabia, le fu regalato da uno degli autori, Adolfo Ceretti. Il volume narra, tra l'altro, della nascita del rapporto oggi stretto e di vivace complicità intellettuale tra Agnese Moro e Adriana Faranda.
In un susseguirsi di interventi molto emozionati, Agnese, la figlia di una tra le vittime più illustri del terrorismo rosso degli anni settanta e Adriana, una delle componenti la banda che proprio Aldo Moro rapì e successivamente uccise, hanno regalato al pubblico, in una manciata di interventi, un flusso di coscienza travolgente e, a suo modo, coinvolgente, frutto di una visibile e consapevole rielaborazione in tandem.
Il nodo della serata è stato, come detto, il ripercorrere parallelo, in astratto e in concreto, la ancora giovane storia dell'istituto della Giustizia Riparativa nel nostro paese, ma forse ancora di più: avere una concreta e cruda rappresentazione dei risultati che tale istituto può vantare in termini di relazione vittima-offensore e in termini di ricucitura di uno strappo che le due parti compiono grazie all'incontro.
Due tra le tante citazioni dagli interventi della serata possono forse rendere più chiaramente la profondità e soprattutto la fondamentale utilitá del percorso.
Adriana Faranda:"Nello spazio dell'incontro creato nel percorso della giustizia riparativa, le domande della controparte ti palesano senza sconti la spietatezza che hai avuto nel tuo ruolo di attore della violenza. Io sarò responsabile per sempre! Ciononostante, l'incontro (vittima-offensore n.d.r.) é fondamentale per ritornare ad essere persona e a perdere il ruolo di funzione, ad abbandonare per sempre la visione manichea e a riconoscendosi nel dolore reciproco"
Agnese Moro: "Il percorso della giustizia riparativa ripara la vita! Dopo lo strazio della violenza subita non potevo guardare le fotografie antecedenti, anche quelle di momenti lieti, perché mi sembravano tutte macchiate di sangue. A seguito dell'incontro con Adriana ho sbloccato i ricordi e posso tornare a pensare ai bei momenti con papà, rivedendoli per quello che erano, senza l'ombra di sangue e violenza!"
In sintesi: il percorso pratico di Giustizia Riparativa nelle vicende terroristiche nasce sperimentalmente come incontro tra le due parti circa una quindicina di anni fa, ha uno sviluppo comprensibilmente lento, ma costante, e dá, qualche anno dopo, i suoi primi frutti. Questi vengono rappresentati in diverse pubblicazioni, sia giuridiche che divulgative e, per la prima volta, viene tradotto in pratica di diritto formalmente definita in legge con la elaborazione e successiva emanazione del decreto legislativo 150 del 2022 ("riforma Cartabia" appunto), i cui effetti normativi saranno in vigore dal prossimo 30 dicembre 2022.
In conclusione dell'evento un'acuta osservazione della conduttrice Marta Cartabia ha offerto un parallelismo storico, tra la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e il percorso della giustizia riparativa, che é parso come il perfetto suggello della serata e ha giustamente suscitato un rumoroso assenso da parte della platea.
L'ex Ministra ha semplicemente ma convintamente affermato che entrambi i percorsi giuridici possono e potranno avere davvero efficacia, oltre che grazie al rigore e ai principi su cui si basano, anche e soprattutto sulla base del livello di cultura della dignità umana che la comunità che li applica ha raggiunto.
Fabrizio Biolé
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