L’episodio risale all’ultima decade di ottobre, quando uno studente, al secondo anno, verga svastiche e scrive slogan antisemiti, piazzando il tutto sulla cattedra della sua classe. La professoressa cerca di approfondire l’accaduto, per riaffermare principi e valori fondamentali. Ma cerca anche di risalire all’autore. Il quale, una volta messo alle strette, rifila un colpo al volto dell’insegnante. Di qui il provvedimento e il comunicato diramato dalla scuola.
«Per prima cosa – ricorda il dirigente scolastico, Giuseppe Martino – ho riunito gli alunni e ho parlato loro dell’importanza di difendere la giustizia insieme. Oltre che della formazione professionale dobbiamo occuparci dell’educazione civica, direi umana». In seguito la decisione: sospensione fino al termine dell’anno scolastico: «Il ragazzo non sembra avere compreso la gravità del suo gesto, quindi avrebbe potuto ripeterlo. Il provvedimento tutela tutti e lancia un segnale necessario. Condiviso da insegnanti e ragazzi, soprattutto da quelli più grandi. Con loro l’azione educativa ha “lavorato” di più. Intendiamoci, anche fra gli studenti dei primi due anni certe “attitudini” sono assolutamente marginali. E non voglio certo dire che gli insegnanti delle superiori di primo grado non svolgano bene i loro compiti. È che ci sono contesti sociali che non aiutano. A volte mi sembra quasi di dovere difendere i genitori dai loro figli, data l’imposizione che certi ragazzi riescono a esercitare in famiglia. Colpa del periodo Covid? Difficile a dirsi, di sicuro l’isolamento sociale non ha agevolato i buoni rapporti».
Segnali che il ragazzo potesse perdere il controllo? «Ce n’è stato qualcuno lo scorso anno, ora la situazione sembrava più tranquilla. Ma evidentemente è esplosa». E la professoressa? «Tutti le hanno manifestato solidarietà, io per primo. Ha continuato a venire a scuola». Alla base, un principio: «Tutti, qui e in generale, devono sentirsi rispettati. Non ci deve essere spazio per il dubbio. È anche per questo, per essere assolutamente chiari, che abbiamo diramato un comunicato». Di seguito, il testo.
Talvolta siamo costretti a vivere eventi estranei dal contesto a cui vorremmo appartenere, che non riproducono il nostro sistema di valori, riguardo ai quali le nostre energie vogliono incidere al fine di generare un profondo reciproco rispetto nelle relazioni interpersonali. Tali episodi non rispecchiano i valori della comunità che li subisce e rispetto ai quali la stessa manifesta profondo sdegno. È successo all’IIS Ponti; istituto di Gallarate con una lunga e fulgida storia, oggi tra le Scuole più innovative e tecnologiche in Italia; un Istituto in cui avanguardia e inclusione vanno di pari passo.
Una docente ha ricevuto un pugno da uno studente; qualche disegno di svastiche e qualche frase anti semita bellamente fatti trovare sulla cattedra; la docente chiede chi sia/siano il/i responsabile/i del gesto… La volontà della docente è avviare un momento formativo importante, proprio per maturare il senso del rispetto. Ma le cose vanno diversamente; alla fine, turbato, lo studente responsabile, sentendosi smascherato, regala un occhio nero alla docente.
Il Ponti, in tutte le sue componenti, docenti e personale tutto, reclama il senso di essere la Scuola che è. Il lavoro che ogni giorno i docenti cercano di fare mira ad aiutare i ragazzi a rendersi conto di come si vive in un ambiente collettivo e accrescere il loro senso civico. È su questo che lavora il Ponti, convinto della propria missione formatrice ed educativa.
I primi a prendere le distanze dal triste episodio sono proprio gli studenti, quelli più “grandi”, i quali condannano l’uso di gesti violenti, per di più contro una donna. Il corpo docente della scuola, indignato, esprime alla collega sostegno, supporto e stima e si stringe intorno a lei per far sì che riesca a superare il momento di smarrimento e ansia che le ferite interiori (non visibili) inevitabilmente portano come strascico. Un sostegno morale a una collega che tanto si spende per i ragazzi, principale perno di una professione votata a favorire la crescita dei cittadini di domani.
La comunità scolastica condanna questo atto che offende una professionista -un pubblico ufficiale – una donna. La sanzione comminata è stata la sospensione dello studente per tutto l’anno scolastico. Tale posizione della scuola si estende a tutte le situazioni dove viene leso il diritto dei singoli, che accidentalmente possano trovarsi in una situazione di maggiore fragilità rispetto a chi agisce con violenza. Ognuno ha il diritto di lavorare e vivere la propria vita in sicurezza e nel rispetto della propria identità e delle proprie posizioni intellettuali. È attraverso il confronto delle idee che si sviluppa lo spirito democratico ed un positivo clima di libera convivenza civile. Il Ponti ha i suoi valori e chi vuole farne parte deve accettarli, per implicita condivisione.
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