Il Nazionale

Eventi e Turismo | 06 novembre 2022, 13:52

Anche molti astigiani ieri erano a Roma per invocare la Pace

Presente anche una delegazione della Rete Welcoming Asti, di cui pubblichiamo una riflessione sulla manifestazione

Anche molti astigiani ieri erano a Roma per invocare la Pace

La manifestazione nazionale che ieri ha visto tantissime persone e realtà darsi appuntamento a Roma, in piazza della Repubblica, per invocare a gran voce la pace, ha visto la presenza anche di numerosi astigiani, compresi esponenti della Rete Welcoming Asti.

“Cessate il fuoco subito. Negoziato per la Pace”. Quando lo striscione che apriva il corteo è arrivato in piazza San Giovanni in Laterano e sono iniziati gli interventi dal palco, un fiume arcobaleno stava ancora snodandosi tra le vie di Roma con oltre 100.000 partecipanti. ACLI, ARCI, ANPI, CGIL, Rete Pace e disarmo, Emergency, Marcia PerugiAssisi, Libera, Agesci, #StoptheWarNow, Rete dei numeri pari, Comunità di Sant’Egidio, pacifiste ucraine, obiettori russi, attiviste per i diritti iraniane...

Tanti i contributi e gli interventi, che hanno chiuso il corteo in una piazza gremita, sui temi dell’appello unitario di Europe for Peace: “La minaccia nucleare incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei popoli fermare questa follia. Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime. L’Italia, l’Unione Europea e gli stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco. Insieme con Papa Francesco diciamo: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati”. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future. Bisogna far vincere la pace, ripristinare il diritto violato, garantire la sicurezza condivisa. Non esiste guerra giusta, solo la pace è giusta”.

Come molti hanno ribadito, la manifestazione nazionale ha rappresentato una grande prova di unità della società civile e può diventare il punto di partenza di una fase nuova della lotta per la pace, costituendo altresì un precedente e una prova generale per altri Paesi dell’Unione Europea, nella consapevolezza che, riprendendo il monito sempre attuale di Gino Strada: “Dobbiamo convincere milioni di persone del fatto che abolire la guerra è una necessità urgente e un obiettivo realizzabile. Questo concetto deve penetrare in profondità nelle nostre coscienze, fino a che l’idea della guerra divenga un tabù e sia eliminata dalla storia dell’umanità”.

Eravamo in piazza per affermare che non siamo equidistanti, siamo per il disarmo, ripudiamo e siamo contro la guerra (contro ogni guerra) e siamo da sempre dalla parte della Pace. “Con buona pace di chi in piazza non scende perché scinde”, come ha scritto per l’occasione Alessandro Bergonzoni, quella di ieri è stata una importante giornata per la Pace ed i diritti, frutto di un percorso di incontro e dialogo, aperto e trasversale, che ha coinvolto tantissime persone ed una larghissima parte del mondo associazionistico e sindacale, laico e cattolico.

Una tappa di un cammino che anche ad Asti cercheremo di proseguire con rinnovato impegno e speranza, nella consapevolezza che sono tante le persone che vogliono unire, che rifiutano la logica della guerra e che intendono operare insieme per ricostruire una cultura condivisa di pace, solidarietà e fraternità come base fondamentale della convivenza umana.

Un cammino che sarà portato avanti nella convinzione che, riprendendo il messaggio inviato dal Card. Matteo Zuppi: “Chi lotta per la pace è un realista, anzi un vero realista, perché sa che non c’è futuro se non insieme”.

Comunicato stampa

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