«Non volevo uccidere, sono stato provocato e ho perso la testa». Con queste parole, secondo quanto riportato dall'agenzia Ansa, Evaristo Scalco ha risposto stamattina alle domande del Gip nel corso dell'interrogatorio.
L'artigiano e maestro d'ascia di 63 anni originario di Cittiglio nella notte tra martedì e mercoledì ha ucciso a Genova, trafiggendolo con una freccia scoccata dal suo arco, il 41enne Javier Miranda Romero. (LEGGI QUI e QUI)
Il giudice Matteo Buffoni ha convalidato l'arresto e disposto la custodia in carcere. Scalco, che è difeso dall'avvocato Fabio Fossati, ha parlato per un'ora e mezza rispondendo alle domande del Gip.
«Non sono un razzista - ha detto ancora Scalco secondo quanto scritto dall'Ansa - anzi a chi lo è spiego sempre che gli immigrati scappano dalle guerre e dalla miseria. Li ho visti urinare davanti al cancelletto e li ho rimproverati. È nata una discussione. Non mi ricordo di avere detto quella frase sugli immigrati».
Scalco, secondo il suo legale, è una persona affranta, non abituato alla violenza. «Quando ho capito quanto successo sono sceso e ho provato a soccorrerlo. Sono tornato a casa per prendere degli asciugamani. Quella sera ero stanco, avevo la musica accesa ma non era alta visto l'ora» le parole dell'artigianato di Cittiglio riferite dall'Ansa.
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