“Non ha commesso il fatto”. Questa la formula utilizzata dai giudici della Corte d’Appello di Torino che ha scagionato definitivamente il rag. Adriano Bruno dall’accusa di aver “agevolato” un titolare di un’impresa edile ad evadere le imposte dui redditi nel 2011 e nel 2012.
Il giudice Elisabetta Menardi, (tribunale di Cuneo, primo grado ndr), nel marzo 2021, aveva accolto la tesi della Procura secondo cui Bruno, in qualità di tenutario della contabilità e legale rappresentante dello "STUDIO Sistem S.a.s.", per agevolare il suo cliente e permettergli di pagare meno tasse aveva dichiarato redditi inferiori a quelli che in realtà percepiva. Un ‘escamotage’, quello messo a punto dal ragioniere secondo il pubblico ministero, che aveva consentito un’evasione di circa 530mila euro.
La sentenza di assoluzione emessa dalla Corte d’Appello di Torino, che ha ribaltato l’esito processuale di primo grado, passata in giudicato e dunque diventata irrevocabile, è stata prodotta nell’udienza di ieri (LEGGI QUI) dall’avvocato Nicola Caminiti che assiste il ragioniere, ad oggi incensurato, in altro procedimento in corso al tribunale di Cuneo. Nei confronti di Bruno, pendono ancora quattro accuse, una delle quali analoghe alla fattispecie di reato per cui il tribunale di secondo grado ha ritenuto non colpevole l’imputato per non aver commesso il fatto.
Il 22 dicembre prossimo, la discussione e la sentenza del procedimento in corso al tribunale di Cuneo.
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