Incidenti stradali in Granda. Sono stati tanti negli ultimi mesi.
Il tema sarà trattato nella prossima puntata di "Quarta Parete". Martedì 8 novembre la nostra trasmissione di approfondimento settimanale (ore 21) vedrà come ospite il presidente della Provincia Luca Robaldo, che da tempo evidenzia come relativamente a questa urgenza il grande problema siano le risorse finanziarie per la manutenzione e messa in sicurezza delle strade. In Granda abbiamo migliaia di chilometri: strade di pianura, collina e montagna. Buona parte è di competenza proprio dell'ente Provincia.
Il tema degli incidenti stradali è molto evidente anche al comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, ingegner Corrado Romano, arrivato alla guida del Corpo a fine giugno.
Originario di Vercelli, ha preso il posto dell'ingegner Vincenzo Bennardo proprio all'inizio di un'estate funestata da tantissimi sinistri, in particolare per le due ruote. Proprio nei mesi estivi hanno perso la vita ben 13 motociclisti, un numero altissimo, che sfiora il 50% delle morti dei primi sei mesi del 2022 (29 in totale).
I mesi a seguire sono stati altrettanto tragici, portando il totale, aggiornato allo scorso 24 ottobre, a ben 42 vittime sulle strade della nostra provincia. Con un morto al giorno tra l'8 e l'11 ottobre.
Numeri che impressionano, soprattutto quando a perdere la vita sono giovanissimi, ragazzi e ragazze.
Sul tema non mancano dati e statistiche. Uno studio in particolare è quello realizzato dalla Regione Piemonte. Riporta dati aggiornati al 2019, ma non ci sono stati cambiamenti sostanziali nell'ultimo biennio. Solo il 2020, l'anno del lockdown, è statisticamente irrilevante.
Al di là del numero assoluto di incidenti, morti e feriti, il dato maggiormente significativo è quello relativo al tasso di mortalità stradale. Rileva come la provincia di Cuneo nel 2018 avesse un'incidenza di 7 morti per centomila abitanti contro una media piemontese di 5,8 e italiana del 5,5. Colpisce il dato di Vercelli, che si attesta a 12,9. Biella registra 6,3 e Alessandria 5,9 decessi. Torino è a 4,8.
Ecco che Cuneo, pur con numeri non significativamente alti rispetto al resto della regione, è superiore di quasi il 30% alla media nazionale.
Nel 2019 i dati sono leggermente inferiori. Cuneo scende al 6,8; Biella al 10. Balzo per Asti, che raggiunge il 7,5. Torino scende al 4,3. Media nazionale e piemontese coincidono: 5,3. Di nuovo la Granda si conferma con un tasso di mortalità stradale superiore del 28% a quella del Paese, dove diverse regioni (la Liguria in particolare) fanno comunque peggio della nostra regione.
Secondo il comandante Romano, numeri alla mano, che ripercorrono gli ultimi 5 anni di incidentalità della nostra provincia, non si può comunque parlare di un "caso Cuneo". "Purtroppo, per la mia esperienza, è un fenomeno che riguarda molte zone d'Italia. I numeri vanno sempre rapportati alla conformazione geografica, alla distribuzione della popolazione. La provincia di Cuneo è molto estesa e questo obbliga a un utilizzo dell'auto maggiore che nelle aree metropolitane. La maggior parte degli incidenti più gravi avviene sulle strade extraurbane, che nella Granda sono praticamente tutte. Ma i numeri non evidenziano un'emergenza tale da rendere questa provincia un caso. Anzi, la tendenza dell'incidentalità è in discesa da anni. Poi c'è l'impatto emotivo, ma è un altro aspetto", commenta.
I dati Istat aggiornati al 2021 indicano infatti che l'incidentalità è costantemente diminuita negli anni. In Italia e in Piemonte.
Tornando alla Granda le aree dove si concentra il maggior numero di incidenti sono Cuneo, Fossano, Savigliano e Bra, il cui territorio è attraversato da una delle strade a più alta incidentalità della Granda, la Strada Provinciale 7. Tra i comuni di minori dimensioni, alta incidentalità per Cherasco (anche qui passa la Sp7), Barge, Busca, Ceva, Marene e Cavallermaggiore (negli ultimi due corre invece la Reale, altra arteria spesso funestata da scontri anche mortali). Sull'incidentalità per area, la conferma arriva anche dal portale dei Vigili del Fuoco.
Un dato che differenzia la provincia di Cuneo dal panorama nazionale è quello relativo alla tipologia di incidenti. Se la maggior parte, in Italia, coinvolge più veicoli (in particolare si tratta di scontri frontali o urti laterali), i dati che evidenzia il comandante, così come le statistiche nazionali, rilevano come la maggior parte dei sinistri di grave entità verificatisi nella nostra provincia coinvolga una sola vettura. Sono i cosiddetti "incidenti autonomi", uscite di strada di vetture che spesso finiscono contro qualche manufatto o corpo posto al di fuori della sede stradale.
L'incidente autonomo è quasi sempre legato a due cause principali: una non corretta interpretazione delle condizioni della strada, affrontata spesso a velocità e con un tipo di guida non adeguati, e la distrazione, a cui, a livello nazionale, secondo Istat, si deve il 39,7% dei sinistri. "Purtroppo ci sono persone che guidano chattando - evidenzia ancora Romano –. O che mentre guidano parlano al telefono usando gli auricolari. Questo è pericolosissimo, perché impedisce di sentire cosa succede fuori dall'abitacolo, anche semplicemente un clacson che avvisa di qualcosa. Eliminando questi comportamenti i numeri si abbasserebbero significativamente".
Conclude Romano: "Al di là dei numeri e delle statistiche, gli incidenti stradali hanno sempre un impatto importante, a tutti i livelli. Certamente per le famiglie e i congiunti delle persone che ne sono vittime. Ma anche per noi vigili e, in generale, per gli operatori del soccorso. Tirare fuori dalle auto persone decedute, a volte addirittura carbonizzate negli abitacoli, è un trauma a cui non ci si abitua mai e per il quale molti vigili chiedono un sostegno psicologico".
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