Il Nazionale

Cronaca | 04 novembre 2022, 16:50

Dopo quattro anni dall'aggressione omofoba, oggi decimo rinvio per l'udienza che doveva servire a sentire i testimoni

La vicenda riguarda Linda ed Emanuela Pines, aggredite nel 2018 dai vicini di casa. Linda: "È un incubo che sembra non finire più". Nuova udienza a febbraio del prossimo anno

Dopo quattro anni dall'aggressione omofoba, oggi decimo rinvio per l'udienza che doveva servire a sentire i testimoni

Era stata fissata per oggi, venerdì, la prima udienza sul caso dell'aggressione subita da Linda ed Emanuela Pines quattro anni fa.

Oggi in tribunale ad Asti, però, l'udienza è stata rinviata al 17 febbraio. Si tratta del decimo rinvio.

I fatti contestati

Il fatto contestato è avvenuto il 25 febbraio 2018 in un condominio di Baldichieri, in cui Linda ed Emanuela vivevano da poco. Si erano appena unite civilmente. Tutto era partito da normali diverbi tra vicini di casa, precipitando però in una violenta aggressione a sfondo omofobo.

Il 25 febbraio 2018, Emanuela, che soffre di problemi neurologici, bussa a casa del suo vicino Alessandro Mistretta. Dall’appartamento infatti arrivano, come spesso accade, urla e rumori forti.

A quel punto si scatena la furia dell’uomo che, insieme al padre della compagna dell’epoca, Giuseppe Termini, che la teneva per i capelli, ha iniziato a colpirla selvaggiamente con pugni.

Linda, sentendo le urla della compagna, è intervenuta per difenderla, ricevendo calci, spintoni e un pugno, forte, che l’ha costretta al collare per 40 giorni.

Nel frattempo lo zio di Mistretta, Leonardo Messina è accorso dal piano di sotto, impedendo a Linda di rialzarsi e aiutare Emanuela.

Non si presenta nessuno

L'udienza di oggi doveva servire a sentire i primi testimoni, ma, ancora una volta, non si è presentato nessuno, se non le due donne, assistite dall'avvocato Maurizio Lamatina.

E' un incubo, che sembra non finire più – spiega Linda  - sono stupita negativamente della legislazione e di come sta andando avanti. Fosse per me, avrei messo in carcere chi ha picchiato me e mia moglie in attesa di giudizio. Mi fa schifo tutto l'iter burocratico che serve per sentire persone che continuano a nascondersi perchè sanno di essere nel torto. Noi, però, saremo sempre presenti. Lo saremo anche a febbraio”.

Elisabetta Testa

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