Il Nazionale

Cronaca | 03 novembre 2022, 11:25

Trafitto da una freccia, il dolore della famiglia: "Festeggiava la nascita del figlio, lo hanno dipinto come un alcolizzato" (Foto)

Javier festeggiava insieme a un amico la nascita del secondogenito, Gustavo Alberto, sulle spalle portava uno zainetto dove erano custoditi i vestiti del bimbo appena nato

Trafitto da una freccia, il dolore della famiglia: "Festeggiava la nascita del figlio, lo hanno dipinto come un alcolizzato" (Foto)

“Erano usciti a vedere la partita, al rientro si sono fermati sotto casa di questo amico, stavano bevendo di sotto. Probabilmente stavano facendo un po' di rumore, non lo so con certezza, ma dal racconto del suo amico, un signore del palazzo di fronte ha iniziato a lamentarsi, lui dice che questo signore era alterato, stava ascoltando musica ad alto volume e sembrava drogato, questo non lo so”. La famiglia di Javier Alfredo Romero Miranda è riunita nel piccolo salotto dell'appartamento della sorella Martha, nel cuore dei vicoli, a poche decine di metri da vico Archivolto de Franchi, dove Javier Alfredo ha trovato la morte per mano di Evaristo Scalco, un sessantenne della provincia di Varese che lo ha colpito con una freccia scoccata da un arco. Quella sera Javier festeggiava insieme a un amico la nascita del secondogenito, Gustavo Alberto, era appena uscito dall'ospedale dove era andato a trovare la compagna che il giorno dopo sarebbe tornata a casa. L'uomo sulle spalle portava uno zainetto dove erano custoditi i vestiti del bimbo appena nato.

Sulla parete attrezzata del salotto della sorella è stato montato un altarino con la foto di Javier Alfredo e due lumini. Seduta sul divano, la figlia diciottenne Alessia, nata a Genova, dove vive e frequenta la quarta del liceo Pertini si lascia andare al racconto di quello che è successo, tracciando un ricordo del padre.

Mio padre – racconta - gli ha risposto quando questo signore ha iniziato a insultarlo, a dargli dello straniero. Poi, questo signore, gli ha fatto vedere la freccia dicendogli che sarebbe sceso a fargli un culo così. Mio padre ha fatto finta di filmarlo con il telefono sfidandolo a lanciare la freccia. Purtroppo però lo ha fatto colpendo mio padre che è caduto dal dolore. Il suo amico ha chiamato i soccorsi e la polizia, l'uomo è sceso, gli ha tolto la freccia e l'ha spaccata in due, mentre mio padre urlava per il dolore. Poi gli altri vicini sono scesi, lì c'è sempre molta gente in zona, hanno fermato questo signore. Poi hanno portato mio padre al San Martino, aveva perso molto sangue, da quello che mi ha detto il dottore il suo fegato era molto danneggiato. Aveva fatto molte trasfusioni, però ormai dopo l'intervento il sangue che era nel corpo non era più il suo". 

Ho letto – continua – che mio padre ha lanciato dei petardi, ma non è vero, non lo ha mai fatto, mio papà non era una persona violenta, gli piaceva scherzare, non si sarebbe mai messo in problemi con le persone. Questa persona ha detto che stava litigando con il suo amico, ma non è vero. Tra l'altro mio padre ha battezzato la figlia di questo suo amico, erano amici molto stretti, non litigavano mai. Quella sui petardi è una cosa che ha detto nel tentativo di scagionarsi, come fosse normale lanciare una freccia e togliere la vita a una persona. Puoi sgridarlo, chiamare la polizia, lanciare dell'acqua, ma non lanciare una freccia con un arco”.

Mio padre – continua - era a Genova dal 2003, lavorava come muratore, aveva la sua piccola impresa. Ha sempre lavorato, un tempo ha vissuto nei vicoli con mia zia, ma ora abitava a Marassi con la sua nuova compagna che il giorno dopo sarebbe uscita dall'ospedale con il bambino appena nato, Guastavo Giuseppe”.

Nessun problema con altri vicini in passato: “Mio padre beveva come chiunque altro, ma non era un alcolizzato, è stato fatto passare il messaggio che beveva e faceva casino, il classico stereotipo dello straniero, ma non era assolutamente così. Ho visto un sacco di commenti di gente che ci accusa di fare sempre casino”.

Era molto conosciuto tra la comunità di peruviani a Genova, - racconta tutta la famiglia - era amico di tutti, molta gente gli voleva bene, era un grande lavoratore. Aveva imparato a fare tante cose, idraulico, elettricista, non è mai stato uno scansafatiche, anche quando non c'era lavoro cercava sempre di trovare piccoli lavoretti, ha ristrutturato questa casa che era in pessime condizioni al nostro arrivo”.

Lunedì verrà eseguita l'autopsia sul corpo di Javier, dopodiché potrà arrivare il nulla osta per i funerali.

Francesco Li Noce

Commenti