Il Nazionale

Cronaca | 13 settembre 2022, 16:15

A Bisuschio l'addio a Christian: «La tua vita era un disegno bellissimo, ora tocca a noi concluderlo»

In centinaia al campo sportivo dell'oratorio hanno salutato il ragazzo di 14 anni vittima della tragica caduta sui monti del Canton Ticino insieme all'amico Karim. Il parroco ai genitori: «Dio se li è presi perché teneva alla loro bellezza». I professori del Keynes: «Adesso sei tu a insegnare a noi» (FOTO e VIDEO)

A Bisuschio l'addio a Christian: «La tua vita era un disegno bellissimo, ora tocca a noi concluderlo»

«Dio ha voluto prendersi Christian per preservarlo, non ha voluto che la malvagità di questo mondo lo toccasse. Christian era troppo buono per stare in questo mondo». A pronunciare queste parole, durante i funerali di Christian Maccarrone, il quattordicenne di Bisuschio vittima di una tragica caduta sulle montagne del Canton Ticino insieme all'amico Karim Darim Larbi, è stato il parroco don Adriano Bertocchi. Lo ha fatto rivolgendosi direttamente ai genitori «perché voglio guardarvi negli occhi, per chiedervi di non perdere la fiducia».

Davanti a loro, questo pomeriggio al campo sportivo dell'oratorio della chiesa parrocchiale di San Giorgio a Bisuschio, centinaia di persone: familiari, amici, cittadini e sindaci di Bisuschio e Induno Olona, dove Christian abitava, uniti nel dolore per la tragedia che ha colpito due giovani vite. Ma soprattutto tanti, tantissimi ragazzi e ragazze: compagni di scuola di Christian e Kamir, compagni di squadra della Virtus Bisuschio

«Vedo dai vostri volti il dolore che avete dentro - ha continuato il parroco - voi mi date il coraggio e me lo danno i fratelli dell’Islam che al cimitero di Belforte hanno salutato Karim e che anche oggi sono qui. Ma non dovete perdere la speranza: voi genitori mi avete detto: "Forse il nostro Christian era troppo buono per restare su questa terra". Avete ragione: Christian, Karim e Andrea che giocava con loro nella Virtus, Dio se li è presi perché teneva alla loro bellezza e voleva portarli via dalla malvagità di questa terra».

Un giovane pieno di vita, Christian, con i suoi quattordici anni. Sorridente, come compare nella foto scelta dai familiari per ricordarlo. Amava il calcio. E proprio con una metafora calcistica il sacerdote ha cercato di spiegare una tragedia senza senso. Impossibile da comprendere, da accettare. «Su questo campo dove Christian ha giocato, ora giochiamo noi non una partita di oratorio dove non contava il risultato. Giochiamo una partita in cui c’è in gioco il senso di tutto - le parole dal pulpito allestito proprio nel centro del campo - Dobbiamo vincerla. E Dio è il presidente di questa squadra con la quale lottiamo contro il male e il dolore. Perché arriverà il momento in cui Cristian si alzerà dalla panchina e sarà di nuovo al nostro fianco». 

A stringersi al dolore dei genitori, della sorella e dei familiari di Christian anche gli insegnanti dell'istituto Keynes di Gazzada che il quattordicenne avrebbe dovuto riprendere a frequentare proprio in questi giorni: «Oggi in cattedra ci sei tu non noi, i tuoi occhi a pochi giorni della fine della scuola erano pieni d’estate e per tre settimane ti sei impegnato per la pagella. All’ultimo giorno ci siamo salutati ma nessuno poteva immaginare che a settembre il tuo banco sarebbe rimasto vuoto» le parole contenute in un messaggio letto a fine cerimonia. «Noi però sappiamo - continuano - che ora sarai con noi in ogni classe in cui entreremo. Oggi tu come insegnante ci lasci i semi dello stupore e della meraviglia e della perseveranza: la vita è un bellissimo disegno che tu stavi scoprendo una pennellata per volta. Ora questo tuo bellissimo disegno verrà continuato dai tuoi genitori, dai tuoi amici, dai tuoi compagni e dai noi. Ciao Christian e grazie».

Parole seguite da un lungo applauso, così come gli applausi hanno accompagnato il lancio di decine di palloncini bianchi lanciati verso il cielo dai coetanei di Christian. Un cielo azzurro che ora porta con sé il ricordo di un ragazzo che in tanti continueranno ad amare.





B. Mel. - A.C.

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