Una pausa pranzo, insieme a un collega. Quella di sempre, o forse no.
Tre, quattro anni fa. Nel suo studio, che trasudava di passione.
L'avvocato Aldo Mirate, morto giovedì sera a Santena all'età di 79 anni, quel giorno aveva sentito il bisogno di condividere qualcosa di speciale con l'amico e collega Alberto Avidano.
Una lettera... cerca nella cassaforte, ma non parliamone più
"Ora ti devo dire una cosa, poi non ne parleremo mai più. Se dovesse capitarmi qualcosa cerca nella mia cassaforte, troverai una lettera per te", disse l'avvocato Mirate al collega, con cui da ormai 35 anni aveva condiviso la passione per il proprio lavoro.
Quel "qualcosa", purtroppo, è arrivato e l'avvocato Avidano ha voluto condividere una lettera, firmata dallo stesso Mirate.
"Aldo espressamente scrisse di volerla divulgare", afferma Avidano.
Una lettera che commuove e fa riflettere. Un pensiero per i giovani di oggi e del domani che verrà, partito dall'analisi dei volti di chi, l'avvocato, ha potuto conoscere nella sua lunga e brillante carriera. Un messaggio di speranza, che porta la firma di un uomo che, "profondamente laico e tendenzialmente giacobino", preferisce non dire 'arrivederci" e che, in punta di piedi, ha voluto salutare tutti per l'ultima volta.
Le ultime riflessioni di un astigiano che ha voluto salutare quanti lo hanno conosciuto nel suo percorso di vita fatto di sete di giustizia, troppo spesso non trovata.
La bellissima lettera
Cari Amici,
la lunga corsa è finita. Poiché non mi sembrerebbe gentile ed educato andarmene senza rivolgere un saluto a quanti mi hanno conosciuto, e magari stimato, voglio dirVi che, a modo mio, Vi ho voluto bene. La mia cultura, profondamente laica e tendenzialmente giacobina, mi impedisce di dirVi "arrivederci", ma a tutti, nel salutarVi, voglio lasciare un messaggio di speranza.
La vita è una bella avventura che vale la pena di essere vissuta; sarebbe ancora più bella se non ci fossero gli opportunisti, gli indifferenti, i ciarlatani ed i voltagabbana in servizio permanente.
In gioventù ho fatto politica ed ho conosciuto uomini straordinari: per i loro ideali avevano sofferto il carcere e le torture; avevano rischiato la loro vita e quella delle loro famiglie; avevano combattuto e vinto il fascismo ed il nazismo; avevano conquistato la libertà e la democrazia. Al loro rigore morale e culturale mi sono spesso ispirato nei momenti difficili che ho vissuto.
A 19 anni ho incontrato una ragazza dolce e buona; con lei ho vissuto una vita di amore e felicità; senza di lei non avrei potuto fare le tante cose che ho fatto; mi ha donato una figlia intelligente e profondamente affettuosa.
Quando non ci speravo piu, mi è nato un meraviglioso nipotino, dolce come un angioletto e vispo come un diavoletto; impossibile descrivere i sentimenti di struggente amore e di infinito affetto che provo per lui.
Ho fatto l'avvocato per oltre 40 anni; ho difeso la libertà degli uomini, cercando (spesso invano) la giustizia; ho fatto quindi il mestiere piu bello del mondo. Pur avendo studio in una città di provincia, ho avuto la fortuna di essere spesso chiamato a difendere, in diverse parti d'Italia, in processi importanti, nei quali mi sono misurato con colleghi colti e meravigliosi, che, fino all'ultimo, mi hanno consentito di imparare qualcosa.
Il mio pensiero va ai giovani che continueranno il nostro cammino; a tutti dico, quando al mattino vi alzate per "correre" la vostra giornata, alzate lo sguardo, guardate lontano, scrutate l'orizzonte; non vedrete il "sole dell'avvenire" che vedevo io da ragazzo; vedrete forse una "lucina"; e la luce di una società più giusta, più umana, più felice.
E' la luce che mi ha guidato nella vita; è la luce che dovrete continuare a inseguire voi, per voi stessi, per i vostri figli, per quelli che verranno dopo di voi.
Commenti