“Sono senza parole. Per un reato di questo tipo, di questa gravità, il processo partirà oltre due anni dopo da quanto ho sporto denuncia. Mi sento abbandonato a me stesso, un caso delicato come questo avrebbe dovuto avere la precedenza”: questo lo sconforto di Mirko Bacchiocchi, giovane papà di Imperia, che ancora una volta è costretto a denunciare pubblicamente – tramite il nostro giornale – quanto sta accadendo nella sua vita.
Il figlio è stato portato a Playa del Carmine dalla sua ex compagna, una donna italiana, con cui ha interrotto il rapporto sentimentale nel 2019 e nel dicembre del 2020 è volata in Messico portando con sé il piccolo di soli 6 anni. L’ex nonostante avesse il rientro prenotato per il giugno successivo decise di restare all’estero senza mai fare ritorno in Italia. Il padre aveva accordato solo quei pochi mesi, ma ad oggi il bambino si trova ancora oltreoceano.
A partire da quella data per il padre è iniziato un vero e proprio incubo che lo ha portato a rivolgersi alle forze dell’ordine e a denunciarla per sottrazione di minore all'estero. Il pm di Imperia, Paola Marrali, ha chiuso le indagini a carico della donna, 44enne, che comparirà davanti al giudice il 12 dicembre del 2023.
“Non è possibile, dice il padre, che con un minore di mezzo questo fatto sia trattato con leggerezza. Quando riuscirò a vedere mio figlio?, si chiede. Quando sarà maggiorenne? Questo non è un caso di diritto internazionale, siamo due cittadini italiani e mio figlio è italiano. Nessuno ti aiuta. In buon sostanza se a seguito di un litigio, alla rottura del rapporto, uno dei due genitori basta che ha un passaporto ti porta via il bambino e nessuno fa niente. Bisogna quindi sperare che non capiti mai nulla altrimenti ti possono portare via tuo figlio. In questo caso per la legge non si può parlare di un rapimento perché è stato portato via dalla madre quindi il reato contestato è sottrazione di minore, ma nella sostanza dei fatti è un rapimento perché io non ho dato il consenso affinchè mio figlio restasse all’estero, mi viene impedito di vederlo, di crescerlo e di stare con lui. Siamo in presenza di un fatto grave”.
Nel gennaio scorso il padre si è recato in Messico per incontrare il bambino, ma di fatto non gli viene permesso di vivere con lui e di avere un ruolo nella sua vita. “Andrò nuovamente a trovarlo il prossimo autunno, racconta, anche perché lui non tornerà e quindi se andrà io non lo potrò vedere. Quello che mi preme sottolineare in questa vicenda è che nessuna istituzione, il comune, la procura, si è premurata di contattare la mia ex e di mediare affinchè la situazione si risolvesse. Il caso processuale non può essere trattato come un procedimento ordinario, come se ci fosse una persona che ha tirato uno schiaffo. Dovrebbe avere la priorità su tante altre cose e invece, mi ritrovo ad avere la prima udienza a dicembre dell’anno prossimo. Non è un multa, ma qui c’è una donna che ha portato via ad un padre il bambino e si è trasferita in Messico. Rivolgo pertanto un appello al presidente del Tribunale affinché venga rivista la calendarizzazione delle udienze e riesca a far trattare il processo in una data ragionevole. So benissimo, conclude, che i tempi della giustizi sono lunghi. Avevo messo in conto di aspettare qualche mese, ma qui si sta parlando di oltre due anni dalla denuncia e di un anno e mezzo dalla chiusura indagini. È assurdo”.
In questo dramma si aggiunge poi, la scoperta per l’uomo dell’iscrizione del bambino all’anagrafe italiani residenti all’estero, l'Aire.
“Non ho mai prestato il consenso, specifica; ho scoperto per caso che il Comune di Imperia aveva proceduto in tal senso. A mio avviso l’ente avrebbe dovuto contattarmi tempestivamente, io non sapevo nulla di tutto ciò. È vero che il bambino era residente con la mamma, ma è mio figlio. Anche io ho la potestà genitoriale e ho dei diritti in quanto padre. Perché non mi hanno informato? Il Comune visto che non aveva ricevuto il mio consenso avrebbe dovuto informarsi riguardo alla situazione e informarmi. Mi hanno notiziato a cose fatte. Adesso che mio figlio è ufficialmente residente all’estero qui in Italia ha perso tutto. Ha perso la scuola, la sanità pubblica, ha perso ogni cosa e senza che io abbia prestato il consenso”.
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