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Politica | 15 luglio 2022, 07:05

"Fare il sindaco? Poco meno di una missione. Quel ritocco è un tardivo aggiustamento"

Dopo vent’anni riviste le indennità di funzione degli amministratori locali. Il primo cittadino di Diano d’Alba Ezio Cardinale illustra la posizione della categoria: "Parziale riconoscimento a fronte di un impegno e responsabilità sovrabbondanti"

"Fare il sindaco? Poco meno di una missione. Quel ritocco è un tardivo aggiustamento"

"Se mia moglie sapesse quanto ci ho messo di tasca mia in sette anni da sindaco cambierebbe la serratura di casa. Amministrare un Comune in Italia è poco meno di una missione, come dimostra il fatto che nessuno lo vuole più fare. Questa modifica non cambia la sostanza delle cose, la riequilibra solo un poco".

Non abbandona la sua vena scherzosa il primo cittadino di Diano d’Alba Ezio Cardinale mentre accetta il nostro invito a rappresentare il punto di visto della categoria rispetto al tema dell’adeguamento che l’ultima legge di bilancio ha introdotto nei compensi degli amministratori locali.  

La modifica (ne scrivevamo qui) è quella prevista ai commi 583-587 della Finanziaria, là dove, a vent’anni dall’ultimo ritocco, si contemplano scatti di incremento da qui al 2024 delle indennità di funzione nei Comuni – da quelli sede di città metropolitana alla miriade di piccoli e piccolissimi municipi dello stivale – per quote percentuali, scaglionate per tipologia e grandezza, dei 13.800 euro riconosciuti ai presidenti di Regione. L’incremento, sempre proporzionalmente, investe anche le indennità di vicesindaci, assessori e consiglieri comunali.

Così, se alla scadenza del 2024 lo "stipendio" del sindaco di un comune capoluogo di provincia come Cuneo toccherà i 9.660 euro e quello di un centro come Alba (che supera i 30mila abitanti) arriverà a 4.140 euro, nella buona parte dei centri della Granda, quelli cioè che hanno una popolazione inferiore ai 3mila abitanti, il primo cittadino vedrà il proprio compenso passare dagli attuali 1.659 a 2.028 euro. Compensi che sono sempre lordi, quindi da tassare secondo le aliquote progressive degli ordinari scaglioni di reddito, e sempre percepiti al 50% del totale nei casi di lavoratori dipendenti che non abbiano optato per l’aspettativa.

"Finalmente – non ha dubbi Cardinale –, e ripeto finalmente, a livello governativo viene riconosciuto, anche se non ancora a sufficienza, lo strenuo impegno che caratterizza tutti i componenti dei Consigli comunali, ma soprattutto i sindaci, non soltanto dei grandi ma pure dei piccoli e medi Comuni. Persone che in favore delle loro comunità profondono sovrabbondanza di energie fisiche, intellettive, spirituali e pure economiche, sottraendole spesso ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie".

Piaccia o meno, la modifica punta a sanare una sperequazione che gli osservatori denunciano da tempo in merito all’inadeguatezza dei compensi fino a ieri riconosciuti dall’ordinamento agli amministratori locali soprattutto nei piccoli Comuni, come dimostra la crescente difficoltà a trovare chi di tale onere voglia farsi carico. Figure chiamate a sobbarcarsi un impegno gravoso e totalizzante a fronte di indennità spesso nemmeno sufficienti a coprire le spese vive sostenute per adempiervi. Un’incongruenza ancor più grave se si guarda a quanto invece riconosciuto per cariche – si pensi a quella di consigliere regionale – che comportano carichi di lavoro e responsabilità civili e penali difficilmente comparabili a quelle di chi indossa la fascia tricolore.  

"Queste ultime sono immense – conclude il nostro sindaco –, non paragonabili a nessun’altra carica politica, neppure tra le ben più blasonate. Faccio solo un esempio su molti: nei Comuni ove non è presente il commissariato di Pubblica Sicurezza, il sindaco si assume l’onere di Autorità di Pubblica Sicurezza, con tutto ciò che ne consegue. A mio avviso, con l’attuale modifica della normativa in esame, il Governo centrale ha anche quantomeno tentato di ottemperare al dettato costituzionale, che tende ad assicurare a tutti i cittadini la possibilità di impegnarsi in politica, indipendentemente dalle loro condizioni economiche".

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