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Politica | 07 luglio 2022, 12:35

Cuneo: per la giunta si sta riproponendo il braccio di ferro tra Centro e PD

Ieri è saltato l’incontro plenario tra le delegazioni, ma ci sono stati contatti privati tra il segretario provinciale del Partito Democratico, Mauro Calderoni e il presidente della lista civica Centro per Cuneo, Beppe Delfino

Cuneo: per la giunta si sta riproponendo il braccio di ferro tra Centro e PD

Le bocche sono cucite. Nessuno fiata. L’ordine è perentorio: il momento è delicato ed è fatto divieto a chiunque rilasciare dichiarazioni agli organi d’informazione. Quasi che si fosse in stato di guerra.

Sono trascorse quasi due settimane dalla data del ballottaggio, che ha visto Patrizia Manassero avere la meglio sul suo competitor Franco Civallero, ma la giunta tarda a vedere la luce. Non è un bel segnale il fatto che la “plenaria” di ieri, che doveva vedere riunite attorno ad un unico tavolo le delegazioni dei quattro gruppi di maggioranza, sia stato rinviato sine die.

In diplomazia, così come in politica, quando all’ultimo momento saltano incontri ritenuti importanti è perché qualcosa non va. La sindaca, percepite le tensioni in atto, ha preferito annullare la riunione.

Non è un mistero per chi segue la politica cittadina che si sta riproponendo – in termini appena leggermente diversi da quello verificatosi in occasione della scelta del candidato sindaco – un braccio di ferro tra la lista civica Centro per Cuneo e il Pd. Braccio di ferro che vede protagonisti il presidente del Centro, Beppe Delfino e il segretario provinciale del Pd e sindaco di Saluzzo, Mauro Calderoni. Ognuno dei quali – è appena il caso di accennarlo – deve fare i conti con situazioni di equilibri interni non facili da dirimere.

Non è difficile immaginare l’oggetto del contenzioso tra Centro e Pd: il numero degli assessorati, che i centristi vogliono siano portati a 5 (compreso il vicesindaco). Le tensioni, dunque, riguardano in modo particolare Pd e Centro, che, con 7 seggi ciascuno, rappresentano i due maggiori gruppi consiliari di maggioranza.

I centristi, avendo rinunciato al sindaco, esigono di essere “ristorati” con un congruo numero di assessorati e alzano la posta, invocando il rispetto di un’intesa (pare sottoscritta a due prima del voto). Il misterioso accordo, che avvantaggerebbe i centristi, ricorda un po’ il mitologico “unicorno” di cui tutti erano convinti dell’esistenza pur senza mai averne avuto riscontro. In politica, si sa, non solo verba, anche scripta volant.

Tuttavia, va ricordato che anche quando si era trattato di individuare il candidato sindaco, la tensione era salita alle stelle. Pareva addirittura possibile una rottura poi, di colpo, la questione si era risolta con l’investitura di Patrizia Manassero e il passo indietro di Luca Serale. E anche (non va dimenticato) di Alessandro Spedale. Uno scarno comunicato – stile Agenzia Tass – aveva fatto sapere che l’accordo per il sindaco era stato raggiunto e che, da quel momento, i protagonisti avrebbero vissuto felici e sereni.

La realtà è appena diversa, ma la politica muscolare ci ha abituati a questo ed altro. In tale situazione i “minori”, Crescere Insieme e Cuneo Solidale e Democratica, con tre seggi a testa ma con una percentuale che sommata supera quella dei centristi ed è quasi pari a quella del Pd, mettono sul tavolo le loro richieste: due assessorati ciascuno.

Manassero lascia che proseguano le interlocuzioni tra Delfino e Calderoni ma se queste non dovessero approdare a soluzioni condivise dovrà essere lei a dirimere d’autorità la controversia.

GpT

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