Il Nazionale

Cronaca | 05 luglio 2022, 09:00

Tragedia a Savona, l'analisi sull'omicidio-suicidio di via Niella del criminologo Stefano Padovano

"Quel fatto non è accaduto dalla sera alla mattina, è appunto maturato. Ciò significa che mentre evolveva nessuno lo ha degnato di attenzione, lasciando pensare che i campanelli di allarme di quella coppia, in particolare dell'uomo, non ci appartenessero"

Tragedia a Savona, l'analisi sull'omicidio-suicidio di via Niella del criminologo Stefano Padovano

Dopo i femminicidi avvenuti il tre luglio del 2019 ai Bagni Aquario a Savona nel quale ad essere uccisa è stata Deborah Ballesio per mano del suo ex marito Domenico Massari e a Casanova Lerrone il 6 dicembre 2020 dove Corrado Testa prima di togliersi la vita aveva ucciso la figlia dell'ex compagna, la 29enne Jessica Novaro, purtroppo un anno e mezzo dopo un ulteriore omicidio-suicidio è avvenuto nel comune capoluogo.

Probabilmente in via Niella nella notte tra sabato e domenica Nadia Zanatta, dipendente comunale all'ufficio anagrafe è stata infatti uccisa dal marito Antonino Santangelo che si è successivamente suicidato nel pomeriggio di domenica.

Abbiamo chiesto a Stefano Padovano, docente di Criminologia e Sociologia del disagio e della devianza all'Università di Genova e Cattolica di Milano, ma soprattutto impegnato nella ricerca scientifica, nella supervisione degli operatori del settore e nella cura di percorsi individuali a vittime e autori di reato tra Genova, Finale Ligure e Chiavari di commentare la drammatica vicenda che ha scosso tutta la provincia di Savona.

Come commenta l'omicidio-suicidio avvenuto domenica a Savona?

"In qualità di criminologo ho abitualmente a che fare con individui che hanno commesso reati o che minacciano di realizzarne. Quelli che uccidono mogli, conviventi o ex in gran parte dei casi, e mio malgrado, sono coloro ai quali si effettua prevalentemente il trattamento post-delitto. L'uomo della strada potrebbe pensare a che importa intervenire a reato avvenuto? Ma tutti devono ricordare che una persona privata della libertà per tanti anni, se non adeguatamente trattata, scontata la pena potrebbe diventare un potenziale nuovo omicida. Pertanto, è ovvio che il trattamento previsto dall'ordinamento penitenziario svolge un ruolo decisivo per quella persona che avrà scontato tanti anni di reclusione. Da quando è stata coniata la tipologia delittuosa di "femminicidio", e dal 2009 il codice penale ha introdotto il reato di "stalking", la composizione dei reati contro la persona si è fatta più composita. Non c'è una risposta al perché lo facciano, ma diverse risposte, perché ognuno si presenta con dinamiche, elementi, storie e genesi diverse. Pertanto, se qualcuno facesse commenti confondendoli per verità scientifiche diffidatene".

Che dimensioni assume la provincia di Savona e la Liguria?

"In Italia, da vent'anni a questa parte, si registrano tra i 360 e i 390 omicidi all'anno. Di questi, circa la metà riguardano conflitti relazionali non sanati in cui la prevaricazione dell'uomo sulla donna sta nel rapporto 9 a 1. Il dato numerico deve tenere conto anche dei "tentati omicidi", rubricati nelle statistiche ministeriali come superiori al doppio degli omicidi effettuati, di cui il caso riguardante i rapporti uomini- donne copre il 25% del totale. In tutta la provincia di Savona, dal 2004 a oggi contiamo tra i due e i cinque omicidi all'anno, mentre negli ultimi vent'anni, in Liguria si va da un minimo di 8 a un massimo di 12 casi".

Torno sul caso di cronaca savonese. La domanda può sembrare retorica ma va fatta: si poteva fare qualcosa perché non avvenisse?

"Quello dell'altro ieri è un caso definito appunto di omicidio-suicidio, e questo la dice lunga sul fatto che la tragedia è molteplice. Pragmaticamente sposterei subito i riflettori sulle vittime colpite da questo crimine famigliare. Sul campo ci sono i figli della coppia, due ragazzi con meno di trent'anni. Ebbene, quello che si deve fare subito, è sviluppare una presa in carico delle vittime, progettare loro un'assistenza multiforme che sappia spaziare dalla progettualità del servizio sociale agli elementi che ne sostengono la riuscita di un percorso post-traumatico come questo. Vede, torniamo sempre li, si tratta di realizzare le fatidiche politiche di sicurezza urbana. Nulla di fantascientifico. Il compito di un'efficace amministrazione comunale non è quello di irretire i cittadini al giustizialismo e le polizie locali ad arrestare meglio, perché i primi fanno ciò che credono in libera scelta e i secondi non sono delle marionette al servizio della politica. Serve piuttosto lavorare pancia a terra, con risposte diverse a crimini e devianze a loro volta diverse. Alle prove muscolari i cittadini hanno dimostrato di non credere più, basta vedere le percentuali di astensionismo alle recenti elezioni amministrative. Nel caso di Savona, credo che ciò stia nelle corde dell'amministrazione. Otto mesi di giunta non sono molti. Mi sembra però che il sindaco, con cui ho avuto modo di confrontarmi, su questi temi sappia stare sul pezzo".

E ritornando alla fase predelitto?

"Mi fa venire in mente il libro di una collega sui crimini collettivi che cito sempre ai miei corsi. Parafrasando la filosofa Harendt, ha sostituito "La banalità del male " con "La normalità del male". Abbiamo sempre bisogno di trovare una risposta risolutiva alle nostre paure, una soluzione al dubbio: se fosse successo a me? O se fossi io ad averlo fatto? Questo sentimento ci sta. Dobbiamo essere consapevoli però che l'asticella dell'angoscia sociale si è alzata rispetto a soli vent'anni fa. Meno socializzazione reale, non parlo di quella virtuale di per sé effimera e inefficace, momenti di aggregazione ridotta, bassa tenuta della rete associativa, sempre minore disponibilità all'ascolto, sono tutti elementi, e l'elenco potrebbe continuare, che hanno ridotto le opportunità di esternare i sentimenti, di condividere il proprio stato d'animo.

Ci si fermi un attimo davanti al malessere in cui una persona può maturare l'idea di ucciderne un'altra, se stessa, facendo così del male ai figli. Quel fatto non è accaduto dalla sera alla mattina, è appunto maturato. Ciò significa che mentre evolveva nessuno lo ha degnato di attenzione, lasciando pensare ai più - erroneamente! - che i campanelli di allarme di quella coppia, in particolare dell'uomo, non ci appartenessero. E invece sono ricorrenti proprio come non ci piace vederli".

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