La Corte di Cassazione ha rigettato l’appello proposto dai legali di Giuseppe Molinengo - ex titolare dell’agenzia assicurativa Unipol Sai (già Milano) di Saluzzo - e ha confermato la condanna a due anni e otto mesi di reclusione.
L’uomo, assolto in primo grado al Tribunale di Cuneo ‘perché il fatto non costituisce reato’, era stato processato in abbreviato nel 2019 con il socio Pier Carlo Gribaudo (quattro anni di reclusione) per truffa e appropriazione indebita ai danni di nove clienti dell’assicurazione, di cui quattro si erano costituiti parte civile (moglie e figlie del ragioniere Somero di Bra e l’Unipol Sai).
La vicenda prende le mosse dal 2016. A scoprire che quasi due milioni di euro, versati dai clienti nel corso di 15 anni perchè fossero investiti in polizze vita tra i 70.000 e 450.000 euro, era stato uno di loro. Che, volendo stipulare un mutuo, aveva portato in banca la propria polizza come garanzia e scoperto che la compagnia assicurativa non ne sapeva nulla. Risparmi di una vita finiti su un conto dell’agenzia, insomma, ma mai investiti.
La Procura di Cuneo rappresentata dal sostituto procuratore Attilio Offman e le difese delle parti civili avevano impugnato la sentenza di assoluzione (con formule ‘il fatto non sussiste’ in relazione all’accusa di appropriazione indebita aggravata e ‘il fatto non costituisce reato’ riguardo le contestazioni di truffa aggravata in concorso) emessa dal tribunale nei confronti di Giuseppe Molinengo (per cui il pubblico ministero aveva chiesto una condanna di 3 anni e 2 mesi). Per il giudice di primo grado Molinengo, oltre a essere stato a sua volta raggirato dall’ex socio, si sarebbe solo occupato di procacciare nuovi clienti, contattarli per i rinnovi delle polizze e consegnare gli assegni di pagamento a Gribaudo. Sarebbe dunque mancata ‘la volontà’ da parte dell’ex titolare di mettere a punto una truffa. “Ero totalmente ignaro di tutto quanto accaduto” aveva riferito ai carabinieri.
Per quanto riguarda l’accusa di appropriazione indebita il giudice, per l’udienza preliminare, aveva rilevato che le somme di denaro non sarebbero mai entrare nella disponibilità della società assicurativa, poiché proventi degli ‘artifizi’ e ‘raggiri’ perpetrati da Gribaudo ai danni dei clienti. Per questi Molinengo è stato assolto: sarebbe stato anche lui vittima delle pratiche fasulle.
La Corte di Appello di Torino ha ribaltato parzialmente la decisione del giudice cuneese, ritenendo invece Molinengo responsabile limitatamente ai fatti successivi al 2014 (per gli antecedenti è stato pronunciato il ‘non luogo a procedere per intervenuta prescrizione’) e condannandolo ai due anni e otto mesi di reclusione di cui sopra. L'ha poi condannato, oltre al risarcimento danni alle parti civili in separata sede di giudizio, al pagamento di una provvisionale per ogni parte civile e il pagamento delle spese processuali. Ridotta invece la pena inflitta in primo grado nei confronti di Pier Carlo Gribaudo a tre anni, nove mesi e dieci giorni di reclusione (pena concordata).
La Corte di Cassazione ha confermato recentemente la pena definitiva di secondo grado nei confronti di Giuseppe Molinengo a due anni e otto mesi di reclusione. Si attende il deposito delle motivazioni.
Definitiva anche la condanna per Pier Carlo Gribaudo, pronunciata nell’aprile 2022, di tre anni e nove mesi e dieci giorni di reclusione - ridotta per intervenuta prescrizione su un capo d’accusa - oltre al pagamento di una multa e le spese processuali sostenute dalle parti civili.
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