Il Nazionale

Cronaca | 07 giugno 2022, 18:07

Coltivava e deteneva marijuana per curarsi l'emicrania: assolto un 31enne di Piasco

Il difensore: “È la prima sentenza sull’uso terapeutico della cannabis emessa dal Tribunale di Cuneo e una delle poche in Italia. Altri casi riguardano l’uso ludico, ma quello terapeutico non può essere in alcun modo assimilato a esso: qui è in gioco il diritto a curarsi”

Coltivava e deteneva marijuana per curarsi l'emicrania: assolto un 31enne di Piasco

Nel novembre 2019 una fonte confidenziale aveva riferito alle autorità che M. G., all’epoca dei fatti 28enne, residente a Piasco, deteneva e coltivava in casa alcune piante di marijuana. A seguito di perquisizione, la Squadra Mobile scoprì che a distanza di qualche chilometro dall’abitazione il giovane aveva allestito una vera e propria serra all'interno di un container dell'azienda di famiglia, un mobilificio con falegnameria. All'interno del container erano state trovati quasi mezzo chilo di marijuana - cinque piantine - e l'occorrente per la coltivazione, tra lampade, concime e annaffiatoi. In quell’occasione erano state anche trovate nella sua abitazione una carabina e una pistola ‘Glock 9.21’, regolarmente detenute, ma non conservate in modo appropriato.

“Soffro di emicrania. La marijuana è per uso personale”, aveva spiegato M.G. ai carabinieri che lo denunciarono per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e omessa custodia di armi. Per lui, ora 31enne, scattò la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Il ragazzo si è così trovato imputato davanti al Tribunale di Cuneo e, nel corso dell’esame, al giudice ha spiegato che l’assunzione di cannabis aveva per lui uno scopo terapeutico: “Non ho mai spacciato. Non avevo una prescrizione medica perché in Italia non era permesso. Adesso mi curo in modo ‘legale’ e sostengo spese per circa 400-600 euro al mese: spedisco la ricetta medica in Toscana o a Reggio Emilia e dopo alcune settimane il farmaco è pronto. All’epoca non avevo trovato questo canale legale e ancora non esisteva. Si tratta di un metodo curativo sperimentale: all’Asl mi avevano prescritto solo medicinali che non mi davano sollievo, spesso per il dolore non riuscivo nemmeno a lavorare. A 17 anni sono stato ricoverato per due settimane perché non sapevano come curarmi. Ogni volta mi cambiavano medicine e mi trovavo in una situazione sempre più difficile. Nessuno sapeva che assumevo marijuana. Era una situazione difficile da spiegare”.

Nella sua arringa l’avvocato Vladimiro Bertinetti, difensore di M.G., ha spiegato che l’emicrania del suo assistito è stata confermata dal medico come una patologia invalidante: “I fini terapeutici sono stati provati al di là di ogni ragionevole dubbio. La condotta è scriminata da valori costituzionalmente tutelati, quali il diritto a una vita dignitosa e il diritto alla salute. Nessuno sapeva la sua situazione. I famigliari ernao estranei ad ogni cosa".

Il giudice Marco Toscano sentite le richieste del pubblico ministero Alessandro Borgotallo (10 mesi di reclusione per la detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e un mese di arresto per l’omessa custodia di armi) e quelle della difesa, ha assolto M.G. per la detenzione e la coltivazione di cannabis ai fini di spaccio ‘perché il fatto non sussiste’, condannandolo a 2 mesi e 15 giorni di arresto per l’omessa custodia delle armi.

L’avvocato Vladimiro Bertinetti al tetmine dell'udienza si è detto essere molto soddisfatto: “È la prima sentenza sull’uso terapeutico della cannabis pronunciata dal Tribunale di Cuneo. Va ad aggiungersi a poche altre sentenze di questo genere, la più famosa delle quali è quella del processo a Walter De Benedetto ad Arezzo. Ci sono altri casi in cui si è assolti per uso ludico, ma l’utilizzo terapeutico non può essere in alcun modo assimilato a esso: qui è in gioco il diritto a curarsi. Siamo molto soddisfatti e speriamo che questa tendenza diventi maggioritaria nella giurisprudenza”.

CharB.

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