Il Nazionale

Cronaca | 11 maggio 2022, 09:20

Investì un pedone in via Veneto a Mondovì: il giudice stabilisce il non doversi procedere

La donna alla guida dell'auto era accusata di lesioni colpose stradali per aver travolto una sedicenne che stava attraversando sulle strisce pedonali

Investì un pedone in via Veneto a Mondovì: il giudice stabilisce il non doversi procedere

Il giudice del Tribunale di Cuneo ha pronunciato la sentenza di non doversi procedere per particolare tenuità del fatto nei confronti della conducente dell’auto che il 23 ottobre 2018 travolse una 16enne, mentre la ragazza stava attraversando sulle strisce pedonali di via Veneto a Mondovì. L’accusa era di lesioni colpose stradali.

Dalle testimonianze rese in aula era emerso che la guidatrice avrebbe avuto una visuale offuscata a causa del sole, verosimilmente accentuata dalla presenza di una zona d’ombra causata dalla presenza di alcuni alberi.

La donna, dunque, avrebbe potuto evitare il sinistro nonostante la scarsa visibilità? Questo il quesito alla base del procedimento e a cui sono stati chiamati a rispondere i consulenti dell’accusa e della difesa.

Entrambi gli esperti hanno concordato sia sulla ridotta velocità di marcia del mezzo, compresa fra i 30 e i 35 km/h che sulla velocità con cui la ragazzina ha attraversato la strada, 6-7km/h. Ciò che differisce, tra le due consulenze è stato il momento dell’investimento. L’ingegnere nominato dal pubblico ministero ha sostenuto che “considerando il pedone lungo tutto l’attraversamento, che misura 4,5 metri, escludendo la zona d’ombra, a un’attenta visione fosse visibile e che il sinistro si potesse evitare”.

Al contrario, il consulente della difesa ha ritenuto che la ragazza fosse visibile a partire dall’uscita della zona d’ombra: “Al momento dei fatti il sole era in asse della strada, per cui gli utenti percorrendola verso sud erano sottoposti ad abbagliamento. Ma c’è da dire una cosa: il luogo del sinistro è caratterizzato dal fatto che il rettilineo, alla sinistra del senso di percorrenza, ha una stretta banchina rialzata con alberi molto alti. Ciò crea una netta ombra sulla corsia, rendendola molto scura. Con questo elemento il pedone viene percepito quando sta per uscire dalla zona d’ombra. Non abbiamo meno di 2-2.5 m di zona d’ombra. Con la velocità tenuta dalla conducente e quella ipotizzata del pedone il tempo per attraversare quei 2 metri rimanenti è di circa 1 secondo. Tempo in cui non era possibile evitare il sinistro”.

CharB.

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