Oltre cento persone hanno bloccato il traffico nel controviale di corso Vittorio Emanuele, questa mattina, all'altezza del monumento al re d'Italia. Sono i lavoratori del settore sicurezza privata, che chiedono dopo molti anni di attesa un rinnovo contrattuale che non arriva.
La manifestazione, organizzata da Cgil, CISL e Uil, ha scelto come cornice la strada sotto le finestre della sede nazionale della Anivp, sigla datoriale di Vigilanza privata. E tra le bandiere e i fischietti, quel che si è alzato al cielo è soprattutto un timore diffuso. Un incertezza in cui ormai si fatica a lavorare. "Rivogliamo la nostra dignità".
Regole che risalgono al 2004
"Siamo arrivati a sei anni e mezzo di contratto non rinnovato. E quello che era in vigore era stato fatto nel 2004. E ci sono lavoratori che arrivano a fatica ai mille euro e le guardie armate li superano di poco. Ma oltre ai salari inadeguati anche le nuove tecnologie non sono comprese nelle regole - dice Gianni Pezzetta, segretario generale Uiltucs Piemonte - ed è pure difficile trovare persone che vengano a lavorare per queste cifre".
"Nei prossimi giorni avremo un incontro con i Ministeri competenti, visto che alcune guardie giurate svolgono anche funzioni di pubblico servizio - prosegue -. E molti appalti sono pubblici, quindi non si può rischiare profili di incostituzionalità".
Circa 6000 persone coinvolte in Piemonte
"Lo sciopero è nazionale: in Italia ci sono almeno 80mila addetti, mentre in Piemonte se ne contano almeno 6000 e due terzi di questi vengono utilizzati in funzioni di guardia che non lo prevederebbero - spiega Fabio Cassano, settore vigilanza Fisascat CISL - e sono persone in prima fila che non si sono risparmiate pure durante la pandemia. Si investe poco anche sull'aspetto della sicurezza del settore e ci sono lacune normative su addetti, attrezzature e composizione degli equipaggi".
Un fronte datoriale non compatto
"Si arriva a queste situazioni perché non c'è presa di responsabilità da parte delle sigle datoriali - Fabio Favola, segretario generale Filcams Cgil -. È un contratto povero a livello economico, ma anche il fronte della sicurezza del lavoro è poco curato. Soprattutto dopo due anni di Covid con condizioni di lavoro molto pericolose. Il mix di queste condizioni è insopportabile e non si capisce che conclusione si possa raggiungere. Il tavolo è saltato anche perché non c'è una controparte rappresentativa".
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