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Politica | 14 aprile 2022, 13:16

Rasero: "Dedicarmi alla città è stata una scelta di vita, chiedo agli astigiani altri 5 anni per completare il percorso intrapreso"

Intervista a tutto campo con il primo cittadino: dal lavoro svolto e da svolgere nel corso di un eventuale secondo mandato al giudizio critico sul principale avversario ("Non è Crivelli a guidare la coalizione")

Rasero: "Dedicarmi alla città è stata una scelta di vita, chiedo agli astigiani altri 5 anni per completare il percorso intrapreso"

Dopo quella, realizzata la scorsa settimana, con Paolo Crivelli, candidato della coalizione AstInsieme (CLICCA QUI per rileggerla), proseguiamo le interviste con gli aspiranti sindaci di Asti incontrando l’attuale primo cittadino, candidato per un secondo mandato, Maurizio Rasero.


Quale dei progetti sviluppati in questi cinque anni la rende più fiero?

Sono tanti i progetti di cui sono fiero, ciascuno per specifiche ragioni. Ad esempio un fiore all’occhiello della mia Amministrazione è che abbiamo dotato l’ospedale di una pista per l’elisoccorso, spendendo 100.000 euro, per farne una davanti all’ospedale, in un punto strategico. E’ una di quelle cose che probabilmente non metterai ‘sul biglietto da visita’ del quinquennio, ma di grande importanza per la collettività.

Ma nello stesso tempo sono anni che lavoriamo sul fronte della logistica: è del tutto evidente che uno dei problemi più grossi del Paese, e quindi a ricaduta anche nella nostra città, sia l’occupazione. Così come è evidente che non possiamo pensare alle fabbriche così com’erano 60-70 anni fa, quindi Asti cercava una vocazione differente e l’ha trovata nella logistica. Quando siamo partiti neppure ci conoscevano: il nostro nome non esisteva in nessun elenco delle città che potevano interessare in ottica di logistica, per cui abbiamo dovuto lavorare per accreditarci e nel contempo adattare le norme del nostro piano regolatore per renderle compatibili con le esigenze di chi opera nella logistica, che ormai si sviluppa in altezza più che in larghezza.

Amazon era venuta già con la precedente Amministrazione, poi ha scelto Vercelli, noi invece siamo riusciti a portarcela con un capannone, che già così darà 80 posti di lavoro più l’indotto, che si sta già parlando di raddoppiare. Se dovessimo essere una delle tre aree che serviranno come retroporto di Genova, cambierà completamente la vita della nostra città: già oggi abbiamo investitori internazionali che stanno cercando grandi aree in attesa di capire se arriverà qui il retroporto.


Un altro ambito sul quale la sua Amministrazione ha molto operato è quello turistico

Abbiamo operato in parallelo su logistica e turismo poiché siamo convinti che quest’ultimo, su quale abbiamo investito molto e fatto la differenza, da solo non potrà dare tutte le risposte necessarie alla città. Servirà moltissimo, ma da solo non basterà. Chiunque, girando per la città, può comunque constatare una crescita del turismo internazionale, anche da zone come il Benelux (ovvero Belgio, Olanda e Lussemburgo, ndr.) che precedentemente non ci poneva tra le mete.


Quindi, ricapitolando, sanità, turismo e logistica sono i tre ambiti che la inorgogliscono maggiormente, ma se proprio dovesse indicarne uno solo?

Forse, se proprio dovessi indicarne uno soltanto, direi la gestione dell’emergenza Covid. Sicuramente, premesso che solo chi non fa non sbaglia, noi siamo stati molto attivi, ci abbiamo messo la faccia, abbiamo fatto tutto ciò che era da fare e soprattutto non abbiamo lasciato indietro nessuno in un momento in cui ci è caduto il mondo addosso. Facendo da coordinatori di tanti soggetti, abbiamo fatto prima e meglio di altri interventi che si sono rivelati fondamentali.


Passando invece al rimpianto per un progetto mai nato o meno sviluppato di quello che avrebbe voluto?

Non c’è uno specifico progetto su cui io abbia dei rimpianti, ma è più generale. Ovvero che, nonostante io entri per primo e esca per ultimo da questo palazzo; nonostante in questi quattro anni e dieci mesi credo di essermi allontanato non più di 13 giorni da Asti, di cui uno solo per ragioni personali; nonostante abbia scelto di rinunciare a molte cose per mettermi a totale servizio della cittadinanza, il mio rammarico è che la burocrazia e la lentezza delle cose rallentano i progetti. Io vorrei i sindaci venissero messi nella condizione di lavorare, ovviamente istituendo delle autorità che vadano a controllare se l’hanno fatto bene o male. Ma che controlli dopo e punisca se è il caso. Ma dopo, non prima e mi blocchi dei progetti che servono alla collettività.


Un esempio pratico di questi rallentamenti?

Il primo progetto cui mi sono dedicato da sindaco, ovvero la pulizia del Tanaro che era 25 anni che non veniva messo in sicurezza. Noi abbiamo tolto 50.000 metri cubi di materiale litoide, quindi l’abbiamo abbassato e riparato un argine interno e parallelamente fatto partire un investimento in Asp da 6 milioni di euro per far si che ci sia un sistema di pompaggio al depuratore che consenta di evitare che quando il fiume si alza l’acqua invada i tombini in via Torchio o le case in San Fedele, mettendo in totale sicurezza la città.

Siamo partiti una settimana dopo l’insediamento ma ci sono voluti quattro anni prima di vedere una ruspa entrare in Tanaro per via della burocrazia e dei mille enti che dovevano dire la loro. Quindi il rammarico non è per qualcosa che non si è fatto, quanto piuttosto avere tanti progetti pronti, ma non ancora partiti per intoppi burocratici, che daranno i loro frutti a chi verrà dopo. Se sarò io dirò chiaramente che è merito di lavoro svolto nel quinquennio precedente, se sarà un altro andrà a tagliare nastri per lavoro fatto dalla Amministrazione precedente.


Nell’intervista che ci ha rilasciato, Crivelli ha parlato di “annuncite” in merito a progetti molto attesi come quello per il vecchio ospedale, l’università, il collegamento sud-ovest… Qual è la sua replica a riguardo?

Io posso fornire dati concreti. Sul casermone è stato avviato uno studio di fattibilità con un investimento di 50.000 euro, quindi oggi sappiamo come potremmo recuperarlo creando anche una palestra sotterranea, che servirebbe al Monti, con sopra del verde. Stiamo presentando al MIUR un bando per la palazzina comando della Colli di Felizzano: quindi abbiamo già il progetto della palestra dell’università, il progetto per il tetto della palazzina ufficiali che finirà anche quella nelle disponibilità dell’università e poi appunto quello della palazzina comando per la quale stiamo partecipando a un bando da 6 milioni di euro per realizzare un housing nella parte sopra e al piano terra delle altre aule.

L’università è un’altra mia scommessa vinta, perché ci ho messo la faccia entrando personalmente nel consiglio di amministrazione per prendere importanti decisioni per il bene della città. Crediamo così tanto nell’università che la prima cosa che abbiamo fatto è stata abbassare l’affitto.

Altro contenitore vuoto che verrà messo a posto sarà la maternità, dove sarà fatto un ospedale di prossimità grazie al confronto tra Amministrazione e Asp, poi vorremmo dare una risposta per i magazzini del Comune di via Govone, dove vorremmo spostare gli uffici del centro per l’impiego che attualmente è in corso Dante. Inoltre a breve ci daranno i rendering per il progetto del Palazzetto, altra opera attesa da 40 anni, quindi nei prossimi mesi partiremo con il bando per l’esecuzione dei lavori


Invece, per quanto riguarda la TSO?

TSO sta tangenziale sud ovest, che ormai è improprio chiamare così poiché è diventata una strada leggera per la quale, ad oggi, ci sono 40 milioni di euro nero su bianco messi lì. Ovviamente è necessario uno studio di fattibilità che si sta facendo, ma quel denaro è lì, stanziato. Con quei soldi si può già risolvere il problema del secondo ponte sul Tanaro che Asti non ha, a differenza di Alba che ne ha tre e Alessandria che ne ha due. Tutte le città hanno più ponti o comunque una via alternativa, qui se c’è esigenza di chiudere il ponte di corso Savona la città diventa ingestibile.

Un secondo ponte è indispensabile e per sottolinearlo sono andato a più tavoli di lavoro, compreso uno con Toninelli, e a tutti ho ricordato che non c’è solo la pur importante Asti-Cuneo ma anche la necessità di un collegamento che alleggerisca il traffico in città. Ma anche qui si torna al discorso di prima, ovvero la pachidermicità della burocrazia. E non dimentichiamo che la tangenziale sud ovest esisteva nel periodo dell’Amministrazione Florio, poi è stata cancellata dal sindaco successivo e mai reintrodotta fino al nostro insediamento che ha consentito di arrivare oggi ad avere i soldi stanziati.

Sul percorso poi ci si può lavorare, ma sicuramente non sarà impattante come quello previsto 25 anni fa. A tal proposito rido e sorrido quando penso che dentro la mia coalizione siamo tutti convinti della necessità di questo intervento, nello schieramento avverso andiamo da Angela Quaglia che da componente della giunta Florio votava per l’autostrada a sei corsie e insieme a lei Malandrone che è per non fare nulla.


Se non i progetti comuni, quale ritiene siano le ragioni che tengono insieme la coalizione di centrosinistra?

Il collante di quella coalizione è dare contro di me, l’obiettivo è facciamo politicamente la pelle a Rasero. Poi quali politiche attuare e come lo vedranno, ma l’essenziale è dare contro di me senza curarsi che sui temi importanti non hanno condivisione.

Con la mia maggioranza possiamo aver discusso privatamente su cose di minor rilevanza, ma sui temi principali siamo sempre stati estremamente compatti, tant’è vero che sono arrivato a fine mandato senza perdere un consigliere e approvando pratiche senza mai scivolare a differenza della maggioranza che mi ha preceduto, che è arrivata a fine mandato senza la maggioranza coesa. Se lo fosse stata, sicuramente avrebbero approvato il teleriscaldamento.

Tornando alla coalizione Crivelli, il loro ‘bello’ è che sono così variegati nei punti di vista che qualsiasi cosa io faccia trovo almeno uno che mi attacca: se faccio nero qualcuno di loro vuole il bianco, se faccio bianco vogliono nero. Nei recenti consigli comunali su Asp abbiamo vissuto situazioni comiche: nelle file dell’opposizione ci sono esponenti di partiti della maggioranza precedente, che avrebbe voluto il teleriscaldamento nel cortile dell’ospedale seduti a fianco di chi ha fatto una guerra senza tregua arrivando al tribunale e all’Anac.

In questi anni i suoi rapporti con l’opposizione non sono mai stati particolarmente facili. Ha qualcosa da rimproverarsi a riguardo o che, comunque, con il senno di poi avrebbe fatto in modo diverso?

Ho provato più volte a dialogarci, ma non c’è stata possibilità perché partono da un problema di astio personale di fronte al quale io alzo le mani. Subito dopo l’annuncio della sua candidatura, ho invitato Crivelli per un caffè e gli ho detto che la nostra fortuna è che non ci conosciamo, quindi non abbiamo avuto occasione di scontrarci o litigare. Per cui, indipendentemente da chi vincerà, potremmo riuscire a instaurare un rapporto corretto e non compromettere il rapporto a differenza di quanto accaduto con altri.

La Quaglia, ad esempio, era con me in una coalizione di centrodestra e aveva l’ambizione di diventare il primo sindaco donna della città, ma la scelta è caduta su di me quindi lei ha intrapreso un altro percorso. Solo che lo fa con un livore, nei confronti di chi le ha impedito la realizzazione di quel sogno, che è incredibile e si percepisce negli atteggiamenti verso di me e nelle parole che usa nelle interpellanze.

Allora io alzo le mani, confidando che con Crivelli il rapporto possa svilupparsi in modo differente. Il suo problema è però un altro, ovvero è evidente che lì dentro non è lui a prendere le decisioni e indicare una linea. E’ sicuramente una bravissima persona, ma è palese dagli incontri che fanno in giro che non ha ben chiaro in cosa si è catapultato, infatti spesso sono Quaglia o Malandrone a dire cosa vuol fare la coalizione, ma fare il sindaco vuol dire prendersi responsabilità in prima persona.


Tre candidati (Crivelli, Demaria e Puglisi) hanno sottoscritto la richiesta di modifica della legge regionale sul gioco d’azzardo introdotta dalla giunta Cirio, ha in programma di firmare anche lei?

Non l’ho ancora letta, quindi visto che io non firmo mai nulla senza aver prima letto attentamente mi riprometto di leggerla e valutarla. Comunque è palese a tutti che io non dico mai dei no a priori. Guardiamo ad esempio al patrocinio al gay pride: la prima volta me l’hanno chiesto forse convinti si scatenasse una battaglia e l’ho concesso perché ero e sono convinto fosse giusto farlo. Stavolta, magari per paura che glielo ridia, non me l’hanno chiesto ma è giusto la gente lo sappia che il pride di luglio non sarà patrocinata dal Comune semplicemente perché non me l’hanno chiesto.

Anche sulla sfilata l’hanno buttata in caciara, perché anche tra di loro ci sono alcuni faziosi gravati da preconcetti nei miei confronti. In realtà io non ho detto che sono contrario lo facciano ora, mi sono solo permesso di far presente che quest’anno ci saranno dei lavori pubblici di portata incredibile, che sono incompatibili con quella sfilata.

Perché se io chiudo alcuni mesi il cavalcavia Giolitti per rimetterlo a posto e loro vogliono fare la sfilata che parte da piazza del Palio a risalire corso Savona, la gente dove passa? Quindi gli ho detto che tecnicamente non sono contento perché mi bloccheranno le strade, ma se la questura li ha autorizzati facciano pure, ci mancherebbe.


Nell’ipotesi che gli astigiani la riconfermino sindaco per un secondo mandato, che città vorrebbe lasciare a chi le succederà, non potendo svolgere tre mandati consecutivi?

Vorrei portare a termine le molte cose che sono in dirittura d’arrivo, ad esempio stiamo trattando per un grande albergo che se approderà ad Asti con 90 camere potrà portare occupazione. Così come la partita di Asp, che consentirà nei prossimi anni di investire fortemente sul territorio e l’essere partner di un colosso come Iren che ha miliardi da investire.

Sarebbero cinque anni di continuità, che consentirebbero alla città di non perdere i sei mesi necessari a un nuovo sindaco per prendere confidenza con la macchina amministrativa. Nel caso venga rieletto, il mattino dopo lo scrutinio io sarei di nuovo qua riprendendo il lavoro da dove lo avevo lasciato.

Tra cinque anni vorrei lasciare una città più pulita e ordinata, quindi completare il lavoro fatto finora su quel fronte, anche se i turisti che vengono a visitare il Comune ci fanno i complimenti per la pulizia, quindi siamo più noi astigiani che ci lamentiamo. Poi fare lavori di manutenzione su strade e marciapiedi e continuare a piantare tantissimo verde, come abbiamo fatto in questi cinque anni attestandoci come l’Amministrazione che negli ultimi 20 anni ha fatto di più per il verde. Non dimentichiamo il completamento dell’isola pedonale: a breve ci sarà la seconda parte di ZTL intorno alla Cattedrale, ma sarà solo il primo di una serie di passaggi per rendere la città più a misura di pedone.

Dopo un decennio vorrei lasciare una città a posto dal punto di vista dei conti e che abbia più posti di lavoro. Quindi, tirando le somme, dopo dieci anni vorrei lasciare una città più vivibile, a misura d’uomo, più ecologica e che tutte queste misure, messe insieme, abbiano consentito a più imprenditori di venire qui a portare occupazione.

Gabriele Massaro

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