Il Nazionale

Cronaca | 07 aprile 2022, 12:49

Ponte Morandi, accolto il patteggiamento di Aspi e Spea

Dopo cinque mesi di udienza preliminare dovrebbe dunque arrivare oggi la sentenza che aprirà il processo che vede imputati, tra gli altri l'ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci

Ponte Morandi, accolto il patteggiamento di Aspi e Spea

La Gup Paola Faggioni ha accolto il patteggiamento di Aspi e Spea durante l'udienza preliminare in corso in cui deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio per i 59 imputati per il crollo del ponte Morandi del 14 agosto 2018 che provocò 43 vittime.

La giudice ha anche bocciato le richieste di nullità per documentazione e quelle per quanto riguarda le operazioni peritali. È in corso la lettura della sentenza sulle eccezioni presentate dalla difesa. La giudice ha bocciato la richiesta di nullità del secondo incidente probatorio.

Dopo cinque mesi di udienza preliminare dovrebbe dunque arrivare oggi la sentenza che aprirà il processo che vede imputati, tra gli altri l'ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci, i cui legali avevano ricusato il Gup che in passato aveva firmato le ordinanze cautelari nel procedimento sulle barriere fonoassorbenti pericolose. 

Secondo i legali di Castellucci e di altri imputati, la giudice avrebbe violato il principio di imparzialità perché in passato aveva già espresso un giudizio sul crollo del ponte. La richiesta è stata tuttavia respinta in Appello e in Cassazione.

I Pm: "Il ponte Morandi era una bomba a orologeria pronta a esplodere"

"Il ponte Morandi era una bomba a orologeria. Si sentiva il tic tac ma non si sapeva quando sarebbe esploso". Si era espresso così il pubblico ministero Walter Cotugno durante una delle ultime udienze preliminari. Il magistrato, insieme al collega Massimo Terrile ha illustrato i motivi per cui ha chiesto il rinvio a giudizio dei 59 imputati, oltre alle due società Aspi e Spea.

Aspi e Spea hanno chiesto il patteggiamento

Aspi è iscritta nel registro degli indagati ai sensi del Decreto legislativo 231, e cioè per responsabilità amministrativa dell'ente. La procura ha dato parere favorevole.

"Resta in Autostrade per l'Italia - si legge in una nota della società - la piena consapevolezza che non si potrà mai dimenticare la tragedia del 14 agosto con il suo carico non commensurabile di dolore e sofferenze che ha profondamente segnato anche la società e tutti i suoi dipendenti".

Anche Spea, la società che si occupava delle manutenzioni e ispezioni per Aspi, ha chiesto di patteggiare. Spea è indagata per responsabilità amministrativa dell'ente.

Sono quasi 27 i milioni che Aspi ha messo a disposizione della procura per il patteggiamento. La cifra corrisponde al valore del progetto di retrofitting, quello di rifacimento delle pile 9 e 10 del ponte, e sono stati messi a disposizione ai fini della confisca. La società pagherà inoltre la sanzione massima di un milione di euro. Spea pagherà una pena pecuniaria di 810 mila euro
”.

Difesa Castellucci: "I Pm hanno ignorato la causa del crollo"

"Nell'udienza preliminare l'accusa si è dilungata per ben undici udienze concentrando il processo sulle ipotesi di responsabilita' e sui profili di colpa individuale, senza però affrontare il tema centrale, ciò che occupa la mente di ciascuno di noi e cioè le cause effettive del crollo, cause che sono state oggetto di ben due perizie scaturite dall'incidente probatorio". Lo ha dichiarato Guido Carlo Alleva, legale dell'ex amministratore delegato di Autostrade e Atlantia Giovanni Castellucci, intervenuto oggi al tribunale di Genova nell'udienza preliminare del processo per il crollo di Ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). 

Sono 59 le persone imputate, oltre alle due società Aspi e Spea. "Ho trovato singolare questo aspetto - prosegue Alleva - e ancor più singolare che la procura, per declinare ipotesi di responsabilità individuale del mio assistito ne abbia offerto una rappresentazione distorta, non realistica, non legata ai fatti per come effettivamente si sono svolti. Quindi il compito della difesa è stato e sarà contrapporre la realtà, l'interpretazione lucida, oggettiva dei fatti e al contempo sollevare i problemi di giustizia interna al processo che sono l'unica garanzia possibile di conservazione dello stato di diritto". 

Secondo l'accusa tutti sapevano che il ponte era malato ma nessuno fece nulla per ridurre i costi, in modo da garantire maggiori dividendi ai soci. L'udienza proseguirà nel pomeriggio. Nei prossimi giorni ci saranno le repliche dei pubblici ministeri e poi il giudice deciderà sul rinvio a giudizio".

(Notizia in aggiornamento)

Francesco Li Noce

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