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Politica | 18 marzo 2022, 06:00

L'inflazione travolge anche Torino: in un anno benzina, bollette, frutta e verdura trascinano i prezzi verso l'alto

Sono i beni energetici (+42,9%) e quelli alimentari (+3,7%) a far schizzare i listini a febbraio (+4,9%). E anche il Comune cerca di mettersi al riparo sfruttando le risorse del Pnrr per ridurre i consumi

L'inflazione travolge anche Torino: in un anno benzina, bollette, frutta e verdura trascinano i prezzi verso l'alto

Quasi il +5% di inflazione: a Torino - dopo moltissimi anni di variazioni appena attorno allo zero - i prezzi hanno ripreso a correre in maniera preoccupante, nel mese di febbraio. 
Per accorgersene basta fare un giro per strada, tra costi dei carburanti e listini dei negozi. Ma anche aprendo le ultime bollette arrivate nella buca delle lettere. Ma i dati ufficiali - quelli scritti nero su bianco dall'ufficio statistica del Comune - fanno ancora più impressione. L'aumento rispetto a febbraio 2021 è del 4,9%, ma anche rispetto a un mese fa la tendenza è notevole: +1,2%.

Il costo dell'energia sfiora il +43% in un anno

La voce che lascia letteralmente senza fiato è quella dei costi dell'energia. Un +6,8% rispetto a gennaio che, confrontato a febbraio 2021, arriva addirittura a sfiorare il +43%.
"Colpa" delle bollette, ma anche di benzina e diesel, che nel giro di poche settimane (complice la guerra in Ucraina) sono schizzati verso quote mai viste prima, tanto da proporre 2,6 euro al litro nei casi più evidenti. Ma non è solo la guerra, a influire: sono gli stessi rincari delle materie prime - annunciati ormai da mesi, dalle associazioni di categoria e non solo - a incidere sul costo complessivo che tutti i torinesi devono affrontare, anche quando si parla di elettricità e gas (o teleriscaldamento!).

Il Comune cerca di ripararsi sotto l'ombrello del Pnrr

E la stessa amministrazione cerca di fare fronte come può al caro bollette. Se già nei giorni scorsi il sindaco Stefano Lo Russo aveva annunciato abbassamenti del riscaldamento di uno o due gradi in determinate situazioni, oggi anche l'assessore Mimmo Carretta ha messo sul tavolo i piani per contrastare le spese. Soprattutto per quanto riguarda gli impianti sportivi, che rischiano di pagare bollette da urlo per parecchio tempo.

L'aumento di gas e luce si traduce in un costo aggiuntivo di 30 milioni di euro. Per cercare di ridurre le spese la Città ha chiesto ad Iren di abbassare di due gradi, da 20° a 18°, la temperatura degli uffici e sta valutando di ridurre l'illuminazione pubblica di 10 o 20 minuti. Spegnere i lampioni prima permetterebbe di risparmiare, ogni anno, una cifra tra i 182 mila e i 365 mila euro. Provvedimenti last minute e palliativi.

E per gli impianti sportivi, Carretta spiega: "Con i fondi del Pnrr arriveranno a Torino 100 milioni di euro: circa 9 milioni sono per interventi su impianti sportivi e piscine". Nel dettaglio 4 milioni per le strutture natatorie Trecate, Gaidano, Lombardia e Franzoj, oltre 2 milioni per l’impianto Massari, un milione e mezzo per il Primo Nebiolo al Parco Ruffini. Poi ci sono le strutture sportive Passo Buole e Colletta, la palestra Cecchi e i campi del parco Ruffini per 1,8 milioni.

"Vogliamo rimettere a nuovo il nostro patrimonio, puntando sull'efficientamento energetico: questo ci permetterà di affrontare con maggior calma il problema dell'aumento delle utenze, che non può essere affrontato come occasionale", ha concluso. 

Anche gli alimentari salgono sull'ottovolante

Ma non è solo questione di energia. Anche il prezzo degli alimentari è sensibilmente cresciuto rispetto a solo un anno fa. L'aumento, su gennaio, è dell'1,1%. Ma se si confronta febbraio 2021, il balzo è addirittura del 3,7%. Numeri inferiori a quelli di bollette e carburanti, forse testimonianza di quell'impegno che, per il momento, consente ai commercianti di contenere gli effetti a cascata sui consumi (come succede anche nei mercati rionali).

I negozi di vicinato per ora "stringono i denti" per quanto possibile. I prezzi di frutta e verdura non sono ancora cresciuti in maniera evidente, così come i prezzi al banco da parte dei bar. E anche le panetterie - che con il tema "granaio d'Europa" vengono toccati particolarmente da vicino dalla crisi Ucraina - resistono. Addirittura, c'è chi ha confermato le offerte speciali praticate nei mesi scorsi in alcuni giorni della settimana: il prezzo al chilo continua a essere più basso del solito, "ma è meglio prenotare. Perché si rischia di rimanere senza, a meno che non si venga molto presto, al mattino".

Cinzia Gatti e Massimiliano Sciullo

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