“Non abbiamo avuto dubbi, dal primo giorno in cui abbiamo iniziato a vedere della fuga dall’Ucraina dei profughi e ci siamo messi immediatamente in contatto con la Diocesi per dare la nostra disponibilità. Abbiamo voluto dare un segno tangibile perché è il momento di agire, per dare una mano a qualcuno”. Sono le parole di Francesco e Maria (nomi di fantasia perché vogliono rimanere anonimo, ndr), marito e moglie sanremesi che ha accolto mamma e figlia che arrivano dal Nord-Oveste dell’Ucraina e che, da circa 10 giorni vivono nell’appartamento dei due coniugi matuziani.
Svetlana e Daria, 40 anni la mamma e 11 la figlia, vivevano a Sumy, città con poco più di 250mila abitanti, capoluogo dell’Oblast e dell'omonimo distretto, nella regione storica della ‘Sloboda Ucraina’. E’ stata una delle prime città a essere bombardate dai russi, visto che si trova a Nord-Est del paese, a pochi chilometri dal confine.
Il marito di Svitlana è rimasto a casa ed è tra i fortunati di quella zona, visto che la loro abitazione è ancora in piedi, ma ovviamente vive nel terrore come tutti gli ucraini. “Mamma e figlia sono fuggite – ci hanno raccontato Francesco e Maria – e, al loro arrivo hanno subito collegato i cellulari al wi-fi di casa - per potersi mettere in contatto con chi è rimasto a casa. Ci ha stupito il fatto dividano la propria opinione tra Putin e i russi, non tutti considerati nemici dell’Ucraini”.
Vi hanno raccontato il loro viaggio? “Sono arrivate una settimana fa, dopo aver subito i bombardamenti dell’esercito russo, al termine di quattro giorni di viaggio tra treno e pullman, prima attraverso l’Ucraina e poi in Europa, passando dalla frontiera polacca”.
Come trascorrono queste prime giornate a Sanremo? “Cerchiamo di far vedere loro il meno possibile la televisione e il problema è sicuramente la comunicazione tra noi e loro. Ci viene incontro il traduttore di Google anche se, da qualche ora iniziano a pronunciare qualche parola di italiano. Sul piano delle abitudini abbiamo adattato l’intera famiglia alla colazione abbondante a cui sono abituate e cerchiamo di star loro vicini il più possibile. Sono arrivate con pochi abiti, anche se al loro ingresso in Italia avevano ricevuto un pacco della Protezione Civile. Hanno una parente a Sanremo, la mamma di Svetlana che fa la badante in città e anche lei ha provveduto a dar loro una mano”.
Svetlana e Daria, per ora, passano il loro tempo passeggiando per Sanremo e approfittando delle biciclette di Francesco e Maria, anche muovendosi sulla pista ciclabile, cercando di dimenticare quanto hanno vissuto nei drammatici momenti dei bombardamenti. Ora la famiglia matuziana che le ha accolte sta cercando di far entrare alla scuola ‘Montessori’ di strada San Martino, in modo da imparare l’italiano e trascorrere del tempo con altri bambini.
Daria, che faceva danza nella sua città, sarà anche ospitata in una scuola di Sanremo, tra l’altro gestita da una ballerina ucraina. “E’ fondamentale distrarre la bambina – terminano Francesco e Maria – perché è sicuramente la più colpita dal dramma che sta vivendo insieme alla madre e all’intero popolo ucraino. Siamo certi di aver agito correttamente e ci auguriamo che, anche molti altri sanremesi (e non solo) seguano la nostra iniziativa”.
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