Il Nazionale

Cronaca | 06 marzo 2022, 07:11

In provincia di Imperia 771 ucraini: Yevheniya racconta l'angoscia di vivere appesi a una telefonata

Yevheniya Lysohor ci ha raccontato delle chiamate fatte al fratello a Kiev e del lavoro che sta svolgendo qui per raccogliere quanto possibile da inviare ai suoi connazionali.

In provincia di Imperia 771 ucraini: Yevheniya racconta l'angoscia di vivere appesi a una telefonata

Mentre il mondo guarda alla seconda tranche di negoziati con la speranza di trovare una soluzione diplomatica alla guerra esplosa da quasi una settimana in Ucraina, nel nostro paese (come in molti altri) si sta scatenando la catena di solidarietà per il popolo che è stato attaccato dalla Russia.

Anche la nostra provincia, attraverso parrocchie, associazioni e semplici cittadini, sta raccogliendo generi di prima necessità da inviare in Ucraina. Il tutto grazie anche ai circa 771 residenti nell’imperiese che sono originari del paese invaso. Di questi le comunità maggiori risiedono a Sanremo (312 persone), Imperia (126), Ventimiglia (63), Bordighera (45), Vallecrosia (32), Taggia (31), Ospedaletti (22) e Diano Marina (20). Gil altri sono distribuiti nei piccoli centri: Camporosso e Ceriana (9), Diano Castello e Santo Stefano al Mare (8), Molini di Triora, Riva Ligure e San Bartolomeo al Mare (6), Dolceacqua (5), Airole, Lucinasco, Pieve di Teco, Pornassio e Villa Faraldi (4), Bajardo, Cervo, Cipressa, San Biagio della Cima, Soldano e Vessalico (3), Pigna, Pompeiana, Pontedassio, Ranzo, Rezzo, San Lorenzo al Mare, Triora e Vallebona (2), Badalucco, Borghetto D’Arroscia, Castellaro, Chiusavecchia, Diano San Pietro, Dolcedo, Perinaldo, Prelà e Terzorio (1).

Tra i 771 ucraini della nostra provincia c’è anche Yevheniya Lysohor, 32enne pianista che da 10 anni vive nel nostro paese, dove è sposata con un italiano. Dopo alcuni anni vissuti a Cremona per i suoi studi musicali Yevheniya si è spostata a Sanremo e ora, insieme ad altri suoi connazionali, sta cercando di far arrivare a Kiev e in tutta l’Ucraina, l’aiuto che gli imperiesi stanno donando.

Yevheniya non è solo una musicista è anche laureata all’Università di Kiev in relazioni internazionali e con noi analizza anche la situazione politica, che si è venuta a creare tra Russia e Ucraina: “In questi giorni stiamo vivendo in una realtà basata su fatti emotivi per quanto sta accadendo, ma io cerco anche di spiegare come gli accordi fatti con la Russia siano stati tutti violati, completamente. E’ inammissibile quanto accaduto”.

In tutto il dramma che sta vivendo Yevheniya ha avuto una fortuna, quella che nei giorni precedenti la guerra, i suoi genitori (che abitano a Kiev) abbiano deciso di venirla a trovare e, ovviamente, ora sono a Sanremo con il cuore in gola, attaccati al telefono quasi ogni ora, per parlare con il figlio (fratello di Yevheniya) che è rimasto a Kiev con moglie e figlio. I contatti sono anche con una nonna, che vive lontano da Kiev, ma dove ha visto già alcuni bombardamenti.

Si parla anche della guerra con Yevheniya, quella vera che gli viene raccontata in ogni telefonata con l’Ucraina: “Le persone che contatto mi raccontano che i figli stanno combattendo e il quadro che ci fanno è, purtroppo, identico a quello che vediamo in televisione. Poi ci sono anche delle fake news, ma la situazione drammatica che viene dipinta dalla stampa onesta è quella che mi viene confermata al telefono. Le sensazioni che ci vengono date sono principalmente di paura, anche di addormentarsi. Una mia amica ha partorito in un parcheggio sotterraneo e ha problemi di allattamento”.

Quando le chiediamo quali siano, invece, le sensazioni sul futuro, Yevheniya spera come tutti noi: “L’Ucraina sta cercando un accordo ma sicuramente quanto chiesto da Putin non potrà essere accettato. Voglio concludere sottolineando che, nel mio paese non ci sono nazisti o se ci sono questi sono un numero irrisorio come può capitare in qualsiasi nazione del mondo. Noi vogliamo solo che finisca tutto e che si possa vivere in pace”.

Yevheniya sta lavorando alacremente, tutto il giorno, per organizzare aiuti per il suo paese. Come in tutte le altre raccolte servono prodotti per bambini (pannolini, latte in polvere per neonati, omogeneizzati di carne e frutta) ma anche cibo a lunga conservazione (pasta, tonno, fagioli). Poi servono anche coperte, sacchi a pelo, posate, bicchieri, prodotti per l’igiene personale e kit per il trattamento delle ferite.

Ma servono anche medicinali: Paracetamolo (Tachipirina o Efferalgan 1000), antibiotici, bende e garze, Betadine, siringhe monouso, antidolorifici, Neurofen, Brufen, soluzioni fisiologici, ansiolitici. C’è anche la possibilità di aiutare con donazioni. I riferimenti sono qui sotto.

Carlo Alessi

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