Il Nazionale

Cronaca | 23 febbraio 2022, 22:00

Il questore ha incontrato i cittadini di San Fedele: "L'installazione di telecamere in punti strategici sarebbe una grande risorsa" (FOTO)

Questa sera assemblea pubblica tra residenti e polizia, dopo gli ultimi fatti di cronaca e l'arresto del giovane piromane. Le voci del quartiere: "Cosa succederà quando uscirà dal carcere?"

Il questore ha incontrato i cittadini di San Fedele: "L'installazione di telecamere in punti strategici sarebbe una grande risorsa" (FOTO)

Un quartiere che conta più di 4mila abitanti e che torna nuovamente a chiedere attenzione. È quello di San Fedele, protagonista negli ultimi tempi - anche in quelli più recenti - delle pagine di cronaca locali, in seguito a episodi di vandalismo e violenza. 

Auto bruciate, pneumatici tagliati, roghi dolosi, ma anche corse clandestine con auto. Un susseguirsi di sgradevoli episodi che questa sera, mercoledì, hanno portato all'organizzazione di un nuovo incontro, al centro civico di via Trilussa, a cui ha partecipato il questore di Asti, Sebastiano Salvo, insieme al dirigente della Squadra Mobile, Federico Mastorci e il dirigente delle Volanti, Valerio Coluccio.

1200 passaggi e 400 identificazioni nel quartiere, negli ultimi sei mesi

"Confermo che la sequenza di episodi abbia creato un grave allarme sociale - ha detto il questore - Non ho mai banalizzato la situazione, l'attenzione sul quartiere c'è sempre stata, anche al di là degli ultimi episodi di cronaca. Insieme all'Arma dei carabinieri, abbiamo garantito ordinariamente i servizi in questo quartiere, con oltre 1200 passaggi e 400 identificazioni negli ultimi sei mesi". 

Nel novembre dello scorso anno il Comitato aveva spiegato queste problematiche nel corso di una conferenza stampa, a cui avevano preso parte il presidente, Luigi Sposato, Sandro Ravizza, il sindacalista Giuseppe Morabito e lo stesso consigiere comuanale Giorgio Spata, anche lui vittima di uno dei tanti atti vandalici. Tra le richieste, all'epoca, anche l'installazione di telecamere, che potrebbero diventare un efficace deterrente.

Negli ultimi sei mesi, inoltre, il questore ha indirizzato per almeno quattro volte i reparti di Prevenzione Crimine di Torino proprio verso il quartiere. 

La lunga lista dei fatti, ai danni di un quartiere in cui vive lo stesso piromane

I fatti oggetto della chiacchierata tra istituzioni e cittadini di questa sera sono, come noto, riconducibili alla stessa persona: il giovanissimo piromane di 19 anni, di origine maghrebine, che lo scorso febbraio è stato anche arrestato, nel corso di un'operazione congiunta di polizia e carabinieri, per aver dato fuoco a un bagno chimico in un cantiere edile in via Badalin. 

Il ragazzo è lo stesso che la Squadra Mobile della questura e i carabinieri avevano denunciato qualche tempo prima per i danneggiamenti avvenuti nella zona del Movicentro e per gli incendi ai danni di tre autovetture, parcheggiate nel quartiere San Fedele, nei mesi di novembre e dicembre scorsi. Danneggiamenti di cui il diciannovenne aveva confessato di essere l’autore.

Fatti per i quali il giovane era stato recentemente condannato in primo grado alla pena della semidetenzione di 1 anno e 2 mesi, dal Tribunale di Asti.

Colto anche con le mani nel miele

Il piromane che tormenta il quartiere (in cui lui stesso vive con la madre), è lo stesso autore del furto aggravato di vasetti di miele ai danni di un apicoltore che aveva esposto la sua merce nelle casette del “Villaggio di Natale", nel dicembre scorso. 

Per quest’ultimo fatto il diciannovenne, su richiesta della Procura, era stato sottoposto dal gip alla misura dell’obbligo di dimora in Asti con il divieto di allontanarsi dalla sua abitazione di residenza nella fascia oraria compresa tra le 20 e le 8. 

Non bastava neanche più l'obbligo di dimora

I carabinieri, il mese scorso, avevano però constatato il mancato rispetto dell'obbligo, segnalando circa una decina di inadempimenti.

Pertanto il Tribunale di Asti, prima che venisse nuovamente arrestato, aveva richiesto la sostituzione della misura dell’obbligo di dimora, rivelatasi non idonea ad evitare nuovi allontanamenti, con la misura della custodia cautelare in carcere, la sola idonea ad evitare la commissione di altri reati.

Verso la tranquillità

"L'attività ha portato, con i tempi fisiologici dei procedimenti penali, al risultato che pensiamo possa rimanere stabile e darci più tranquillità - puntualizza il questore - Un grande lavoro, questo, e una grande sensibilità da parte della procura".

Il questore, ripercorso l'iter degli ultimi tempi, ha ribadito che "l'incidenza dei fatti crimonosi in questo quartiere non è allarmante". 

La carta delle videocamere

Importante, però, a detta del questore (e in linea con le richieste del Comitato), sarebbe l'inserimento nella zona di alcune telecamere di videosorveglianza che, di fatto, nel quartiere sono quasi assenti.

"In alcuni punti strategici del quartiere - aggiunge - sarebbero molto importanti per noi sia dal punto di vista preventivo che investigativo".

L'intervento del consigliere Spata

Presente all'incontro anche il consigliere M5S Spata, che ha aggiunto: "Il discorso sicurezza è ampio. Vedo un quartiere come dimenticato da anni: immondizia abbandonata, strade dissestate. Tutto questo, però, dipende dall'amministrazione. Sicuramente si poteva fare di più".

Le telecamere

In sala anche il sindaco Maurizio Rasero e l'assessore alla Sicurezza, Marco Bona.

"Abbiamo presentato l'ampliamento del sistema di videosorveglianza - spiega Bona - in cui è previsto un focus su San fedele. Deve essere, secondo noi, un quartiere videosorvegliato al di là dei fatti di cronaca".

Gli occhi digitali verrebbero messi in via Trilussa, via Badalin, via Sesia, via Ticino e via Brenta. Ogni apparecchio sarebbe dotato di quattro ottiche."Abbiamo chiesto al ministero dell'Interno di poter iniziare a installare le videocamere in San Fedele, per poi quando arriverà il finanziamento, rendicontarlo. Siamo ancora in attesa, speriamo in una risposta positiva. Noi siamo già sulla griglia di partenza". 

Gli organici e il turn over

Tra il pubblico anche la consigliera Angela Quaglia. "Ci sono realtà molto simili ad Asti che incutono preoccupazione. Se ogni quartiere di Asti creasse un comitato di controllo del vicinato, sarebbe però necessario potenziare il numero delle pattuglie delle forze dell'ordine sul territorio".

Un quartiere "ghettizzato"?

Morabito ha invece rivolto l'attenzione sulla stratificazione sociale del quartiere e sulle relative conseguenze.

"Il nostro quartiere è stato un po' ghettizzato, è un quartiere che a detta di molti diventa dormitorio. Agli angoli, poi, si spaccia, c'è delinquenza. Serve un piano di installazione di telecamere e di potenziamento dell'illuminazione pubblica", commenta.

"È nostro dovere denunciare questi episodi - aggiunge Morabito - Questo compito spetta a noi cittadini. Dobbiamo superare i nostri timori, le nostre paure". 

Un intervento che ha trovato d'accordo il questore, che ha ricordato a sua volta l'importanza del controllo del vicinato, fondamentale soprattutto davanti a criticità e problematiche.

Cosa succederà quando...?

Suggestioni interessanti che hanno suscitato anche alcuni malumori tra i residenti. Per molti, infatti, il peggio è ormai passato, ma per alcuni, invece, deve ancora venire.

"Cosa ci succederà quanto il ragazzo uscirà dal carcere?". 

Una domanda a cui il questore ha dato la sua risposta. "Bisognerà intervenire sulla causa che spinge questa persona a compiere questi fatti. La procura su questo si sta muovendo, disponendo anche accertamenti di natura psichiatrica. Di fronte a potenziali patologie, si valuta il percorso della riabilitazione e della cura".

Elisabetta Testa

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