Il Nazionale

Sport | 18 febbraio 2022, 23:09

Una magia talmente bella da aver scritto una nuova realtà

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - Anche la sfida tra due scultori di pallacanestro come Roijakkers e Caja va appannaggio di una Varese che continua ad avere ragione. Dal -39 a uno sguardo inedito: sì, è ufficiale, ora si può scrivere il futuro

Una magia talmente bella da aver scritto una nuova realtà

Uno ci provava nel modo che a Varese abbiamo conosciuto per anni molto bene, pur nelle varianti che solo Reggio – squadra più fisica di tutte le Openjobmetis che ha avuto – gli permette di sviluppare: cercando la logica che la pallacanestro quasi sempre ha (a volte nascosta tra l’estemporaneità), andando cioè con la pazienza della manovra, della testa che si impadronisce dei muscoli, degli allenamenti che si ripetono l’uno sull’altro, a punzecchiare i tanti punti deboli avversari.

L’altro rispondeva con un solo verbo: la velocità. Sfiancante, perdurante, perpetua, ma mai casuale: le sue pedine ammorbano di ritmo gli avversari, davanti e dietro, muovendosi apparentemente libere ma in realtà guidate da sentieri ben incanalati. Prima di un mese fa inediti, ora sicure come l’autostrada verso casa. Perché anche qui contano allenamenti, ripetizioni, disciplina, sudore...

Uno abbassava il ritmo. L’altro cercava di alzarlo.

Uno abbassava il quintetto, l’altro gli faceva specchio. E lo alzava.

All’Unipol Arena è andata in scena la spettacolare sfida tra due insegnanti di pallacanestro. Due scultori, che nella creta delle loro creature le mani le impastano fino all’avambraccio. Sempre. E le loro opere respirano il loro stesso respiro, e tramite esso imprimono il proprio passo su un campo dopo l’altro.

Caja contro Roijakkers. Ha vinto di poco il secondo, anzi la seconda. Perché ha vinto Varese, l’avversaria che all’andata ne aveva prese trentanove sul groppone dal suo ex allenatore. Ed è quello che più conta. Perché poi alla fine anche due grandi interpreti della panchina possono solo fino a un certo punto: in quel rettangolo dove si gioca lo sport più bello del mondo conta anche l’episodio, la giocata in più, il momento, la lucentezza di un attimo che nella nuova armata biancorossa ha imparato a brillare molto spesso. Oggi è stato un rimbalzo in più, di quel lottatore biondo che si chiama Sorokas, in una contesa dove è stata Reggio a dominare nelle carambole.

E contano anche i giocatori, ovviamente. Hopkins, Johnson e Diouf dovevano fare la differenza, come prima di loro Watt, poi Williams, poi Jaiteh, poi ancora Watt. Niente da fare: Sorokas e Vene alla lunga non lasciano scampo a nessuno. Possono incassare anche due/tre canestri di fila, così come la loro squadra può prendere un parziale di 10 a zero e non ferire colpo: semplicemente riparte. E, a conti fatti, hanno sempre ragione. Ha sempre ragione.

Una magia talmente magica da scrivere una nuova realtà. Dal -39 allo sguardo sui playoff. Sì, è tutto vero, è tutto orange, è tutto biancorosso, è tutto nostro.

Una magia che non vuole finire, anzi forse è solo all’inizio. Sì, è ufficiale: del passato da qui in poi solo i ricordi belli. Ora c’è un futuro da scrivere.

Fabio Gandini

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