Nonostante la forte opposizione da parte dei comitati e l’interessamento della politica, il progetto di costruzione della diga Perfigli va avanti. Lo hanno ribadito questa mattina la consigliera delegata ai lavori pubblici della Città Metropolitana Laura Repetto e l’ingegnere responsabile del progetto. I due hanno incontrato i membri del comitato che si oppone alla costruzione dell’opera, considerata impattante, sia per quanto riguarda la presenza di una trentina di orti, un’abitazione e alcune attività commerciali, già espropriati, che per quanto riguarda il rischio di un danno ambientale e paesaggistico per la presenza del ‘Seggiun’, l’argine napoleonico. Su questo la Soprintendenza, sollecitata da Italia Nostra, ha avviato le procedure, e il cui parere potrebbe bloccare l’opera, come potrebbero farlo i ricorsi pendenti al Tar presentati da due proprietari degli orti espropriati.
Per Città Metropolitana però il progetto non può essere fermato, il cantiere è già partito la scorsa estate, seppur nella fase preliminare, ma il primo lotto da 8 milioni di euro dovrà essere terminato entro due anni. Dopodiché sono già finanziati gli altri lotti per un totale dell’opera di 65 milioni.
Il progetto, attribuito all’allora assessore provinciale Paolo Perfigli, risale al 2010, quando la Provincia (oggi Città Metropolitana, ndr), presentò un documento dal titolo: “Interventi di mitigazione del rischio idraulico del bacino del fiume Entella relativamente al tratto terminale – Primo lotto dalla foce al Ponte della Maddalena”. Lo studio, affidato al Politecnico di Torino era basato sulla portata di 2700 metri cubi di acqua, con tempo di ritorno duecentennale.
I cittadini presenti oggi, così come il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Chiavari Davide Grillo hanno fatto presente alla consigliera e all’ingegnere che i cambiamenti climatici hanno reso obsoleto il piano di bacino. “Personalmente ho fatto presente che alla foce del fiume c’è un cuneo di sabbia che non permette all’acqua di defluire. Ci è stato risposto che il piano di bacino non si può rivedere, così come non può essere rivista l’intera opera”, commenta Grillo a La Voce di Genova.
Per quanto riguarda il Seggiun, il timore dei cittadini è che venga ricoperto. L’ingegnere responsabile del progetto ha fatto presente che sono allo studio interventi per salvaguardare l’opera, ma Grillo sostiene: “Verrà semplicemente tumulato, in mezzo al terrapieno ci sarà un muro di cemento di 4 metri che avrà delle fondamenta”.
L’incontro è stato rimandato alla fine del mese, quando Città Metropolitana fornirà i rendering dell’opera. “Secondo loro – conclude Grillo – la cittadinanza non ha ben capito i contenuti del progetto”.
Prima dell'incontro, che non era programmato, il comitato che si oppone all'opera ha organizzato un flash mob davanti il palazzo della Città Metropolitana per ribadire il no all'opera: "Toti e Bucci con insistenza vogliono distruggere la piana del fiume Entella con la cementificazione", ha commentato il referente del comitato Stefano Appoggi, ricordando l'opposizione alla diga dei cittadini, ma anche dei sindaci dei comuni del territorio.
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