Il Nazionale

Cronaca | 20 gennaio 2022, 12:10

Pontedassio, l'odissea di una 13enne che ha avuto il covid e non riesce ad avere il green pass, l'appello della famiglia: "Non è giusto, l'Asl ci aiuti"

Nonostante il primo test in farmacia sia stato positivo e adesso ha gli anticorpi, la ragazza ha avuto il primo tampone Asl negativo e un secondo 'dubbio': domani incontro a Bussana per venire a capo della vicenda

Pontedassio, l'odissea di una 13enne che ha avuto il covid e non riesce ad avere il green pass, l'appello della famiglia: "Non è giusto, l'Asl ci aiuti"

“La situazione di mia figlia deve essere presa in considerazione. Non è l’unica ad avere questo problema, lei ha diritto ad avere al green pass, ma non riusciamo a risolvere”. Questo l’appello rivolto alle istituzioni sanitarie, tramite il nostro giornale, da Rosita Abbo, madre di una 13enne di Pontedassio che il 15 dicembre scorso è risultata positiva al covid-19 dopo aver eseguito un tampone in farmacia.

Subito dopo è stata presa in carico, come prevede il protocollo, dall’Asl 1 imperiese. Il 17 dicembre nonostante avesse i sintomi della malattia ossia mal di testa, febbre, e dolori articolari al tampone effettato presso il drive di Imperia risultava negativa.

“A detta di mia figlia, spiega la signora Rosita, che ha anche denunciato in varie sedi la vicenda, il tampone non è stato effettuato correttamente in quanto non è penetrato sufficientemente nel naso. Abbiamo informato la nostra pediatra dell’accaduto la quale ci ha consigliato di ripeterlo dopo 10 giorni”. Al secondo tampone, eseguito il 24 dicembre, “il risultato è stato 'dubbio' ed è per questo che abbiamo dovuto ripeterlo. Il 29 poi, il tampone ha dato esito negativo e di conseguenza, evidenzia la madre, non c’è stato rilasciato il green pass, ma mia figlia ha avuto la malattia e ciò è stato confermato dal numero alto degli anticorpi riscontrati in seguito alle analisi del sangue”.

La vicenda sta mettendo in crisi questa famiglia poiché alla giovane i medici hanno sconsigliato di fare il vaccino, per ottenere il green pass, in quanto ha un numero alto di anticorpi e dovrebbe quindi aspettare sei mesi. Ma come facciamo ad aspettare tutto questo tempo?, si chiede la madre. Mia figlia è una sportiva, fa atletica, può fare gli allenamenti in quanto considerato sport individuale, ma non le gare perché ci vuole la certificazione verde. Per andare a scuola, evidenzia, non può prendere i mezzi pubblici e quindi ogni giorno la dobbiamo accompagnare  e andare a riprendere con enormi sacrifici ed inoltre, due volte la settimana ha il rientro pomeridiano e non può neanche entrare in un bar a mangiare qualcosa ed è costretta a mangiare un panino al freddo seduta di fronte l’istituto. Non è giusto. Avrebbe dovuto fare il vaccino durante e vacanze di Natale, ma poi avendo avuto un contatto con un soggetto positivo è andata in quarantena. Chiedo pertanto, conclude, all’Asl 1 di aiutarmi a risolvere questa situazione di cui non è certo colpa nostra”.

Abbiamo contattato l’Asl 1 che si sta adoperando per trovare una soluzione. “La malattia Covid può essere confermata soltanto da un referto positivo di tampone, ci spiega Marco Mela, direttore del dipartimento prevenzione della struttura complessa Igiene pubblica. Fino al 10 gennaio era valido solo un referto di test molecolare. Il test sierologico non ha valore come conferma di malattia. In mancanza di conferma di malattia non è possibile generare un green pass per i guariti. La vaccinazione viene comunque eseguita anche con un test sierologico positivo”.

L’Asl 1 quindi in assenza di un tampone positivo non può genere il green pass, ma in questo caso è evidente che si tratti di una vicenda complessa e delicata che ha come protagonista una ragazzina di soli 13 anni la quale non può pagare di certo gli intoppi burocratici dettati da questo periodo di profonda confusione e incertezza ed è per questo che domani proprio il dottor Mela incontrerà la famiglia per trovare una strada da percorrere e risolvere il problema.

Angela Panzera

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