"Oh Happy Day" hanno cantato i Polifonici del Marchesato, chiudendo il loro concerto sul lungo applauso dei presenti nella Cattedrale di Saluzzo che si è presentata dopo i lavori di restauro, splendida, “rivestita di nuova luce”, un capolavoro dal suggestivo impatto cromatico diffuso, nella grandiosità della struttura.
Numerosissimi, con emozione e stupore nell’atmosfera solenne, hanno reso omaggio ieri domenica 19 dicembre alla Chiesa madre della città, dedicata a Maria Vergine Assunta, la cui storia parte 520 anni fa, nel 1491 per mano del marchese Ludovico II e della consorte Margherita di Foix e che fu monumento centrale per la costituzione della Diocesi di Saluzzo, nel 1511.
Nelle parole dei vari interventi, il grazie della comunità al vescovo Cristiano Bodo promotore del progetto di restauro in accordo con le Soprintendenze, che restituisce al territorio e al patrimonio italiano un gioiello d’arte, grazie al recupero oltre ai lavori strutturali, di tutto l’apparato pittorico interno, risalente a metà Ottocento, in stile neogotico, firmato dalla bottega Gauteri, uno dei cicli più importanti del Piemonte.
Un duomo affrescato da cielo a terra, con oltre 4.500 mq di decorazione, che recupera storia e arte, il cui cantiere “un grande lavoro di rete” coordinato da Sonia Damiano dell’Ufficio Beni Diocesani è iniziato nel 2019, concluso dopo 18 mesi con un solo fermo per l’emergenza pandemica e sette chiusure dell’edificio sacro per l’avanzamento lavori. Hanno preso la parola il vicesindaco Franco Demaria, Giovanni Quaglia della Fondazione CrTorino, tra gli enti finanziatori del progetto accanto alla Cei, Marco Piccat della Fondazione CrSaluzzo, che ha ricordato la “chiesa degli invisibili” dai sacrestani agli artigiani, alle personalità, ai sacerdoti, ovvero l’opera di coloro che nei secoli, hanno contribuito a fare in modo che a noi arrivasse un gioiello così conservato, da poter restaurare e ammirare oggi.
La sequenza dei saluti è continuata con Andrea Salice della Compagnia San Paolo, Liliana Rei Barela storica dell’arte della Soprintendenza e Concetta Brancato per la ditta Tempore che ha eseguito i lavori, diretti dall’architetto Ellena incaricato del progetto del restauro interno della cattedrale.
“Grazie per ciò che avete fatto" il ringraziamento - preghiera di Monsignor Bodo, alla presenza di autorità comunali, Carabinieri di Saluzzo, rappresentanti di enti, associazioni, cittadini, giovani della Comunità Cenacolo, volontari, sezioni delle Penne nere a far da ala alla cerimonia e alla messa solenne a cui hanno preso parte il vescovo emerito Giuseppe Guerrini e i sacerdoti della Diocesi. Una celebrazione animata dal coro vescovile Beato Ancina diretto da AnnaRosa Toselli.
Don Giuseppe Dalmasso, vicario generale della Diocesi di Saluzzo, già direttore della Caritas, che ha ricordato don Gisolo, recentemente scomparso e “il sogno coronato” del vescovo Diego Bona “non si può pensare alla città senza il duomo “ luogo dove ora si realizza il trittico “casa di cultura, di carità, casa di preghiera” ha applaudito il coraggio del vescovo Bodo nel portare avanti il progetto di restauro del Duomo.
Un’operazione culturale importate “che non toglie nulla ai poveri e a chi è in difficoltà. L’aiuto alla persona non è mai venuto a mancare, così come le chiese della Diocesi, non sono state private di qualcosa, ha voluto sottolineare il vicario ricordando la mission di Carità scelta dal vescovo cinque anni fa e declinata nella Casa Madre Teresa di Calcutta, nella Caritas Saluzzo, proiettata ora alla realizzazione di residenze abitative per chi è in difficoltà.
In Duomo da ieri è esposta sull’altare maggiore, per la prima volta e fino al 2 gennaio, la statua della Madonna “Sede della Sapienza” risalente al XIII secolo. “Con questo rito - sottolinea il Vescovo Bodo - voglio affidare tutta la Diocesi alla Madonna e in modo particolare i giovani”. Alle future generazioni viene consegnata anche la cattedrale restaurata, perché attraverso la storia dei padri, si ritrovi l’identità e si rinnovi il dialogo tra cultura e fede.
Commenti