Il Nazionale

Cronaca | 09 dicembre 2021, 07:13

La neve e il dramma della solitudine: la tenda imbiancata in centro una ferita per Torino

Una rifugio di fortuna davanti al Museo del Risorgimento, mentre i torinesi vivono momenti di spensieratezza, riporta in auge una riflessione: la Città dell'accoglienza non può permettersi di lasciare indietro nessuno

La neve e il dramma della solitudine: la tenda imbiancata in centro una ferita per Torino

Una tenda leggermente imbiancata, sferzata dall'aria fredda. E' una ferita in un giorno di festa l'immagine che la nevicata scesa su Torino consegna ai cittadini torinesi che, euforici per i fiocchi bianchi, hanno passato la mattinata di ieri in un clima di spensieratezza.

Il giaciglio di fortuna, realizzato con scatoloni e valigie, ha un ombrello e un telo per riparare chi vi abita dentro. Fuori dall'ingesso un semplice tavolino, un mazzo di fiori coperto di neve e una teca con la scritta "grazie" per le offerte.

La cornice di per sè sarebbe anche mozzafiato: alle spalle della tenda si erge il museo del Risorgimento e il monumento a Carlo Alberto si imbianca della stessa neve che copre la "casa" del clochard che la abita. Se la prima immagine è  affascinante, la seconda è un pugno alla bocca dello stomaco che toglie il fiato per la violenza di questo contrasto. Tanta desolazione e tristezza dinnanzi al più grande spazio espositivo di storia della patria, il più antico e il più importante museo dedicato al Risorgimento italiano.

Quella tenda ricoperta di neve riporta in auge un tema di cruciale importanza ogni giorno dell'anno, ma che si acuisce in inverno: la solitudine degli ultimi. Di quei senzatetto che durante una mattinata di neve cercano riparo in giacigli di fortuna, sotto i portici delle piazze auliche o nelle gallerie del centro di Torino. Gli ultimi. Quelli dimenticati da tutti o quasi, che stringono in silenzio una coperta mentre attorno a loro la vita scorre normalmente.

Meno di un anno fa furono due i clochard uccisi dal freddo. La Città, dopo aver aperto il centro di accoglienza di via Traves, è al lavoro per individuare luoghi più centrali in grado di ospitare i senzatetto: locali in muratura, riscaldati. Con docce. In giornata la neve smette di cadere. La ferita, al momento, rimane invece aperta.

Andrea Parisotto

Commenti