Il Nazionale

Cronaca | 07 dicembre 2021, 07:50

A New York per dare l'ultimo saluto al loro Davide e riaccompagnare le sue ceneri a casa

La famiglia è partita ieri. Oggi in duomo la veglia di preghiera degli studenti albesi. Sul fronte delle indagini, ll 25enne arrestato per l'assassinio del ricercatore non risponde alle domande nel primo interrogatorio

A New York per dare l'ultimo saluto al loro Davide e riaccompagnare le sue ceneri a casa

La famiglia Giri è volata a New York per vedere un'ultima volta Davide, dargli l'ultimo saluto e riportare a casa, ad Alba, le sue ceneri. Tutti insieme, genitori e fratelli, uniti da un dolore inspiegabile, causato da un gesto a cui è impossibile trovare un senso.

Giorno dopo giorno, si chiariscono sempre più aspetti di quella drammatica aggressione portata alle spalle, improvvisa, priva di movente e riconducibile soltanto al folle gesto di uno sconsiderato. E’ questo il raggelante quadro confermato dalle immagini del circuito di videosorveglianza che nel quartiere di Morningside Park a New York ha immortalato i drammatici secondi dell’aggressione a Davide Giri, aggiungendo inquietanti dettagli alle prime ricostruzioni del vile agguato che giovedì scorso è costato la vita al ricercatore albese.

Dottorando della Columbia University, Davide viveva nella Grande Mela da sei anni. All’ateneo newyorkese era arrivato nel gennaio 2016, dopo la laurea in Ingegneria Informatica al Politecnico di Torino e un percorso di specializzazione compiuto tra Milano, Chicago, Shanghai e la California.

Nella serata di giovedì 2 dicembre la tragedia, consumatasi all'angolo tra la 123ª Strada e Amsterdam Avenue, nel quartiere di Morningside Heights, a Manhattan, quando pochi minuti prima delle 23 il trentenne stava rientrando da un allenamento con la squadra di calcio nella quale militava da tempo.
La corsa al Mount Sinai-Saint Luke's Hospital si era purtroppo rivelata inutile e ai medici non era rimasto che constatare il decesso del giovane. Oggi, grazie alle immagini delle telecamere acquisite dall’autorità giudiziaria, emergono ulteriori dettagli sulla dinamica dell’agguato, al centro delle ricostruzioni operate dai media locali.

In quei frame la conferma che Davide sarebbe stato sorpreso alle spalle dal suo aggressore, che poco dopo avrebbe poi accoltellato un altro italiano, il 27enne Roberto Malaspina, sulle prime identificato come turista e che nelle ore successive riconosciuto a sua volta come uno studente della Columbia, appena sbarcato negli Usa, per poi minacciare di morte un terzo uomo, l’avvocato Gregory Johnson, che in quel momento stava portando a spasso il cane a Central Park insieme alla fidanzata.

L’omicida, il 25enne Vincent Pinkney, apparterrebbe alla “EveryBody Killa", una gang di strada emergente nel panorama della criminalità newyorkese. Quella sera le telecamere lo hanno ripreso: felpa rossa sotto una giacca scura, si è avvicinato al trentenne albese sorprendendolo alle spalle e ferendolo con diverse coltellate, prima alla schiena e poi all’addome. Una di queste si rivelerà mortale. Nella tasca della sua felpa i poliziotti rinverranno quella che gli investigatori ritengono essere l’arma del delitto, un coltello da cucina con una lama da 15 centimetri.

Tratto in arresto, il giovane afroamericano è ora accusato di omicidio, tentato omicidio e aggressione. Sottoposto a un primo interrogatorio di fronte al giudice Neill Ross, ha fatto scena muta, non rispondendo alle domande degli inquirenti. Il suo avvocato ha chiesto che venga sottoposto a perizia psichiatrica. Richiesta che pare esser stata accolta, anche se il ragazzo – che vanta una lunga fedina penale e che ha già scontato diversi anni di carcere per precedenti condanne – è stato intanto trasferito nel carcere di Rikers Island.

Intanto ad Alba ci si continua a interrogare sulle ragioni di un gesto tanto grave quanto insensato, inspiegabile, che nella sua insensatezza ha messo fine alla vita di un giovane da tutti benvoluto e stimato non soltanto per le sue doti di studente modello, ma anche per una mitezza e una generosità non comuni, cifre distintive di modello familiare – quello rappresentato dal padre Renato, dalla madre Giuseppina, e con loro dai fratelli Michele Caterina – che tutti dicono "esemplare" per la sua storia di continuo impegno a favore della comunità.

Oggi, martedì 7 dicembre, alle 13,30 in duomo ad Alba è previsto un momento di preghiera e di riflessione per Davide, dopo quello andato in scena venerdì sera nella parrocchia del Mussotto. Un modo per manifestare vicinanza alla famiglia voluto dagli allievi del Liceo Classico "Govone" – dove il padre di Davide è docente di matematica e fisica dopo esserlo stato al "Cocito", il liceo scientifico nel quale Davide si era diplomato – e del Liceo Artistico, con interventi del parroco don Dino Negro, di don Maurizio e del professor Battista Galvagno.

redazione

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