Il Nazionale

Cronaca | 23 novembre 2021, 08:52

Maxi-truffa nel settore energetico gestita da Torino e in altre sette province

L'indagine "Carta Bianca" è iniziati ad Aosta. 22 gli arresti della Guardia di Finanza. 27 milioni i proventi dell'operazione criminale

Maxi-truffa nel settore energetico gestita da Torino e in altre sette province

Una maxi-truffa nel settore energetico che con base operativa a Torino si estendeva nella provincia di Aosta e altre province: Milano, Varese, Torino, Asti, Vercelli e Biella. E’ quanto emerso dall’indagine inviata a Saint Christophe (Aosta) denominata “Carta Bianca” e condotta insieme alle autorità tedesche che ha condotto a 22 arresti della Guardia di Finanza. L’ordinanza di misura cautelare è stata emessa dal Gip di Torino.

La truffa prevedeva l’obbligo da parte della aziende distributrici di energia elettrica a gas con oltre 50 mila clienti finali, di conseguire annualmente, obiettivi di risparmio energetico: le aziende potevano assolvere l’obbligo realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai certificati bianchi, oppure acquistando i certificati stessi da altri operatori del settore, le Energy Service Company (E.S.Co) 

Il Gestore dei Servizi Energetici, la Gse, riconosce alle aziende distributrici e alle E.S.Co. un controvalore in certificati nella stessa misura del risparmio di energia che deriva dagli interventi realizzati. 

A Saint Christophe, è stata scoperta la prima delle otto E.S.Co fantasma, cioè priva di una struttura operativa e amministrata da un prestanome che è stata in grado di ottenere indebitamente circa 27 mila certificati bianchi, rivenduti per un controvalore di circa 8 milioni di euro, a fronte di 26 falsi progetti presentati al Gse. Gli accertamenti degli inquirenti hanno permesso di risalire a questo sodalizio criminale, gestito da un ufficio di Torino, individuando altre sette E.S.Co fantasma.

Dai proventi, in tutto ammontanti a 27 milioni di euro, 14 milioni sono stati riciclati tra Albania, Bulgaria, Germania, Liechtenstein, Malta, Principato di Monaco, Slovenia, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Ungheria, rientrando nel nostro Paese in contanti, investiti in criptovalute ma anche beni di lusso.  

 

redazione

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