Barcellona punta a esportare e copiare il modello delle Case del Quartiere. Nei due giorni appena trascorsi una delegazione del capoluogo catalano ha visitato Torino per conoscere i progetti di innovazione sociale. Tra le tappe la Cascina Roccafranca, i Bagni Pubblici di via Aglié, la Portineria di Comunità di Porta Palazzo e la Casa del Quartiere di San Salvario.
"A Barcellona realtà troppo specialistiche e disomogenee"
"Il progetto delle Case del Quartiere - spiega Oscar Rebollo, direttore dei servizi di comunità della Città di Barcellona - per noi è molto ispiratore, vedere come un unico spazio possa tenere insieme cose diverse". "Il nostro problema - aggiunge - è che abbiamo realtà troppo specialistiche, concentrate ad esempio solo su attività culturali o sociali, ed in più disomogenee. Ci piace poi l'idea delle associazioni che dialogano tra loro e con le fondazioni, non come da noi solo con il Comune".
"Torino ci fornisce spunto per ripensare nostri spazi"
"Torino - continua Rebollo - ci fornisce lo spunto per ripensare i nostri spazi". Ad accompagnarlo Bet Bàrbara (capo progetti della direzione dei servizi di Barcellona), Marina Torrent (coordinatore del centro di comunità Life Porta-Trinitat), Lluís Torrens, Bea Guijarro e Tià Riutort (direzione di innovazione sociale).
"Crediamo che un livello di prossimità con il cittadino, come quello delle Case del Quartiere, sia indispensabile per rispondere alle vulnerabilità emerse con il Covid e post. Per noi professionisti del sociale la pandemia non è finita e la povertà non è andata via: avere spazi così per relazioni di vicinanza è strategico" conclude Rebollo.
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